SECONDA TAPPA DELL’INIZIATIVA “AVIS COMUNALE ROMA”
VI CICLO DEL DIALOGO STRUTTURATO EUROPEO CON I GIOVANI. IL GRUPPO DI LAVORO NAZIONALE SI RIUNISCE PER PIANIFICARE LE ATTIVITÀ DEI PROSSIMI MESI.
Al via il VI Ciclo del Dialogo Strutturato Europeo con i Giovani, che è stato inaugurato il 1 luglio 2017 e terminerà il 31 dicembre 2018. Il tema prioritario trattato nell’ambito del processo, a livello nazionale ed europeo, sarà “Youth in Europe. What’s next?”. Importante è, dunque, la sfida che aspetta Estonia, Bulgaria ed Austria, che si succederanno alla Presidenza nei prossimi 18 mesi.
Con l’attuale Strategia Europea per la Gioventù, che si concluderà appunto nel 2018, è un’occasione fondamentale per ripensare e migliorare ulteriormente il modo in cui l’Unione Europea sta lavorando con i giovani e con le sfide che li riguardano.
Il VI Ciclo di Dialogo Strutturato offrirà, da un lato, l’opportunità di esaminare cosa si aspettano i giovani dall’Unione Europea, che dovrebbe garantire loro una vita prospera e sostenibile e, dall’altro, un’ampia panoramica sulla partecipazione e sulle aspettative dei giovani in merito alle politiche giovanili intersettoriali, sia per il presente che per il prossimo decennio.
A tale scopo saranno fondamentali le riflessioni e le proposte di un’elevata e ampia rappresentanza di giovani, funzionali a comprendere quali focus dovrebbero avere le politiche giovanili dell’UE e come la strategia debba funzionare in modo più efficiente, rispondendo così alle esigenze, ai diritti e alle aspirazioni dei giovani.
Il VI Ciclo potrebbe, dunque, vedere i risultati raggiunti implementati direttamente: 1) nel progetto della Strategia Europea per la Gioventù, a cura della Commissione Europea; 2) nel documento finale adottato dal Consiglio dell’UE. Questa sarebbe la prima volta, nella storia del Dialogo Strutturato, in cui si avrebbero risultati immediati e tangibili.
Il Gruppo di Lavoro Nazionale italiano, composto da Forum Nazionale dei Giovani, Agenzia Nazionale per i Giovani e Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale – Presidenza del Consiglio dei Ministri si è riunito, dunque, per pianificare le attività di consultazione, sensibilizzazione e promozione del processo che saranno realizzate in Italia nei mesi a venire.
Il Dialogo Strutturato rappresenta una straordinaria occasione di far sentire la nostra voce e di essere, per una volta. protagonisti attivi e non passivi nell’elaborazione delle politiche che ci riguardano più da vicino.
E’ per questo che confidiamo nella più ampia partecipazione dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze, dei quali abbiamo l’onere e l’onore di rappresentare le istanze presso le più alte istituzioni.
RESTO AL SUD?
E in uno scenario sempre più caratterizzato da dati incerti sulla disoccupazione giovanile e dalla fuga dei cervelli dai territori di origine, è un provvedimento importante. È necessario infatti ridare speranza ai giovani attraverso misure che attestino la volontà di un supporto concreto da parte delle istituzioni e che diventino motivo di incoraggiamento per la realizzazione delle idee e dei progetti nonché per la presa a carico delle potenzialità e delle capacità latenti dei nostri giovani a supporto anche dell’economia del Paese.
Tuttavia quanto è giusto che la misura sia rivolta solo alla costituzione di nuove imprese e non anche “semplicemente” all’introduzione di strumenti di politica attiva direttamente spendibili da parte del singolo giovane? Una misura vincolata alla costituzione di nuove imprese potrebbe incontrare seri intoppi pratici, burocratici e operativi comportando in definitiva, un rallentamento e inficiando lo scopo dell’incentivo stesso.
Una nuova cultura d’impresa forse si crea maggiormente se già si ha un’idea di cosa sia un’impresa e forse sarebbe stato maggiormente utile se le misure relative alla nascita delle imprese fossero state altresì supportate da ulteriori strumenti di accompagnamento nella crescita delle stesse. Come potranno sopravvivere realtà di imprese in un contesto territoriale già complicato per carenza di infrastrutture, indotto e prospettive?
La richiesta di coraggio e di impegno da parte dei nostri giovani deve infatti trovare solide basi in un piano di rinnovamento delle potenzialità dei territori – incubatori di speranze e di idee progettuali.
Sarebbe infatti stato altrettanto interessante prevedere la possibilità di sfruttare tali finanziamenti non solo per la costituzione di nuove imprese ma anche per offrire ai giovani, desiderosi di rientrare nei loro territori, uno strumento appetibile e spendibile nei confronti delle imprese già insediate. Questo strumento avrebbe potuto, in definitiva, oltre che rappresentare una possibilità formativa/lavorativa per i giovani beneficiari, garantire l’intero emolumento del contratto di lavoro per l’impresa (espressamente vietato dal provvedimento) nonché il superamento di farraginosità burocratiche e amministrative.
Infine, le disposizioni del provvedimento non sono previste anche per le attività libero professionali e del commercio e una tale preclusione comporta una grave discriminazione di trattamento di una parte rilevante del tessuto produttivo italiano. In cosa questi differiscono nei fatti da un’impresa?
L’auspicio è che persista la volontà di intraprendere azioni volte a supportare l’insediamento e l’evoluzione di una nuova cultura d’impresa soprattutto al Sud nonché una nuova interpretazione del territorio in cui i giovani sono e devono voler essere i veri protagonisti.
Per favorire lo sviluppo delle politiche rivolte ai giovani e aumentare la consapevolezza del loro contributo nello sviluppo sociale-economico-politico del nostro territorio, al Sud ma non solo.
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