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Indice di Fiducia dei Giovani al 68,4%. Cresce la fiducia tra gli over 25, ma in calo tra i 18-25enni

Presidente CNG: “Preoccupante, infine, è la costante tendenza negativa sulla fiducia nella scuola e nelle università, così come la diminuzione dell’importanza attribuita alla cultura”

Roma, 12 agosto 2024 – Il Consiglio Nazionale dei Giovani ha reso noti i risultati della terza rilevazione dell’Indice di Fiducia dei Giovani. Questo strumento, di fondamentale importanza, consente di monitorare periodicamente le percezioni e le aspettative dei giovani italiani, fornendo un quadro dettagliato del loro livello di fiducia nei vari aspetti della vita quotidiana.

Il livello di fiducia complessiva è passato dal 68,6% al 68,4% (flessione dello 0,2%). Alla prima rilevazione era 69,2%. Emerge una diminuzione della fiducia tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni (dal 73,8% al 71,2%), mentre i giovani tra i 25 e i 34 anni mostrano un aumento della fiducia (dal 66,1% al 68,3%).

I dati mostrano un aumento marcato dei sentimenti positivi (+9%) mentre crollano i sentimenti negativi (-9%), soprattutto quelli legati alla rabbia e all’amarezza rispetto all’ultimo rapporto di maggio 2024. Questo potrebbe essere attribuito all’arrivo delle vacanze estive, che tradizionalmente migliorano l’umore generale. Parallelamente, si registra un balzo positivo nella fiducia nell’economia (saldo +6) e la percezione di adeguatezza degli stipendi ha mostrato un recupero (+6%), avvicinandosi ai dati di marzo. L’equilibrio vita-lavoro ha visto un lieve miglioramento (+3%).

L’ottimismo sul futuro è rimasto stabile al 58%.

Nonostante l’attenzione mediatica sui Giochi Olimpici 2024, la pratica dell’attività fisica e la percezione dello sport per il benessere fisico hanno subito un netto calo rispettivamente (-5%) e (-4%). Crolla anche la fiducia verso l’intelligenza artificiale (-5%) segnalando crescenti preoccupazioni o disillusioni verso questa tecnologia. Anche la percezione dell’importanza della cultura e la fiducia nel sistema educativo sembrano in costante declino, con diminuzioni rispettivamente del (-3%) e del (-2%).

L’innovativo studio analizza 15 indicatori chiave per valutare le percezioni dei giovani italiani, coprendo vari aspetti della loro quotidianità.

“L’analisi dell’Indice di Fiducia dei Giovani Italiani rivela un panorama complesso, con segnali contrastanti. L’arrivo dell’estate e delle vacanze porta un notevole aumento dell’ottimismo verso il futuro, della fiducia nell’economia e della percezione di miglioramento della qualità lavorativa. Tuttavia, emergono risultati sorprendentemente negativi in settori cruciali come la pratica sportiva e il benessere fisico: nonostante l’inizio dei Giochi Olimpici, la voglia di partecipazione sportiva, specialmente tra i giovani tra i 18 e i 25 anni, è diminuita piuttosto che aumentare. Preoccupante, infine, è la costante tendenza negativa sulla fiducia nella scuola e nelle università, così come la diminuzione dell’importanza attribuita alla cultura”. Lo ha dichiarato Maria Cristina Pisani, Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani.

“Questi dati – prosegue Pisani – offrono una panoramica chiara delle percezioni dei giovani italiani e ci permettono di identificare sia le aree di crescita che quelle che necessitano di maggiore attenzione. Viviamo un’epoca contrassegnata da cambiamenti rapidi e spesso imprevedibili. L’indice mette in luce le problematiche con cui i giovani si confrontano quotidianamente ed è per questo uno strumento utile per orientare le nostre scelte. 

Il ruolo di ciascuno di noi è cruciale nell’interpretare queste voci, nel tradurre le preoccupazioni e le speranze in azioni concrete, e nel realizzare strumenti che possano valorizzare e supportare i ragazzi e le ragazze in ogni ambito della loro vita.”

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Principali variazioni rispetto alla precedente rilevazione:

Indice complessivo di fiducia

Il livello di fiducia complessiva è passato dal 68,6% al 68,4% (flessione dello 0,2%). Nella fascia di età 18-24 anni, l’indice è diminuito dal 73,8% al 71,2% (flessione del 2,6%), mentre tra i 25-34 anni è aumentato dal 66,1% al 68,3% (aumento del 2,2%).

Sentimento prevalente

I sentimenti positivi sono cresciuti dal 54% al 63% (incremento del 9%), mentre i sentimenti negativi sono diminuiti dal 46% al 37%.

La percentuale di giovani che ha una visione ottimista dei prossimi anni resta stabile al 58%.

Lavoro e formazione

Continua a scendere la fiducia nel sistema educativo che ora passa dall’85% della seconda rilevazione all’83% di questa (flessione del 2%).

La fiducia nelle condizioni socio-economiche future è cresciuta dal saldo positivo di +16% al +22% (incremento del 6%).

Crescono anche la percezione dell’adeguatezza degli stipendi che passa dal 23% al 29% (incremento del 6%), tornando quasi ai livelli della prima rilevazione, e l’equilibrio tra vita lavorativa e privata che dal 27% sale al 30% (incremento del 3%).

Il lavoro stabile rassicura nelle scelte di vita l’89% degli intervistati (calo del 4% sulla seconda rilevazione), rispetto al 95% del primo indice di fiducia. Scende al 92% anche la percezione della dipendenza dalle condizioni economiche della propria famiglia (-4% rispetto alla precedente).

Sport e Salute

La percezione dell’importanza dell’attività fisica per il benessere psicologico e sociale è scesa dal 93% all’88% (calo del 5%), mentre per il benessere fisico è diminuita dal 93% all’89% (calo del 4%).

Diritti e politiche di genere:

Per il 70% dei giovani la condizione degli uomini nella nostra società è migliore di quella delle donne (dato medio 68%). Il dato è ancora più rilevante se si considera che corrisponde alla stessa percezione che hanno gli over 54.

Europa e Relazioni Internazionali:

 Sostanzialmente stabile la fiducia nell’Unione Europea, che registra tuttavia una lieve flessione passando dal 79% al 78%. 

Intelligenza artificiale

La percezione positiva dell’intelligenza artificiale è scesa dal saldo positivo di +39% al +34% (calo del 5%). Nella prima rilevazione era al +42%.

Accesso alla cultura

Scende anche il dato sull’importanza della cultura per il benessere complessivo: dall’83% all’80% (flessione del 3%).

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L’Indice di Fiducia dei Giovani è realizzato con il supporto tecnico dell’Istituto Piepoli. 

A questo link i risultati dettagliati della terza rilevazione.

Benessere, 3 giovani su 4 avvertono l’esigenza di un supporto psicologico

Presidente CNG, “Il disagio è più accentuato tra le giovani donne: l’87,3% rispetto al 61,8% degli uomini. Interventi tengano conto della specificità di genere”

Più elevata la richiesta di aiuto dei giovani residenti nelle regioni del Centro (79,4%) e del Sud (76,8%), rispetto al Nord (71,8%). Il 35,9% dei giovani ha avvertito la necessità di supporto psicologico ma non si è rivolto a nessun professionista. Il 11,2% si è rivolto a un professionista senza ricevere i benefici attesi. 

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Roma, 6 agosto 2024 – Il Consiglio Nazionale dei Giovani (CNG) ha diffuso oggi i risultati di una nuova indagine sulla salute mentale dei giovani italiani, realizzata con il supporto tecnico di EU.R.E.S. Ricerche Economiche e Sociali, rivelando dati allarmanti sulla necessità di supporto psicologico e sulle risposte ricevute. 

Secondo l’indagine, che ha coinvolto 1.100 giovani tra i 15 e i 35 anni, il 75% degli intervistati ha sentito il bisogno di un supporto psicologico negli ultimi cinque anni, ma solo il 27,9% ha ricevuto l’aiuto necessario.

Dati che evidenziano una significativa lacuna nella risposta al supporto psicologico dei giovani, con gravi ripercussioni sul loro benessere complessivo.

“Il nostro studio mette in luce la necessità urgente di azioni concrete per affrontare una vera emergenza. Abbiamo rilevato che 3 giovani su 4 avvertono l’esigenza di un supporto e che il disagio psicologico è più accentuato tra le giovani donne: ben l’87,3% dichiara di aver avvertito la necessità di supporto psicologico, rispetto al 61,8% dei coetanei uomini. Questo dato sottolinea l’importanza di interventi mirati che tengano conto delle specificità di genere”. Lo afferma Maria Cristina Pisani, Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani. 

“Negli ultimi anni, il Consiglio Nazionale dei Giovani – prosegue la Presidente Pisani – ha lavorato intensamente per sensibilizzare e supportare le istituzioni nell’implementazione di politiche efficaci. L’impegno di tutti deve concentrarsi su politiche che garantiscano accessibilità, tempestività e continuità delle cure, personalizzando gli interventi in base alle esigenze individuali. È cruciale che le istituzioni e le famiglie prestino maggiore attenzione a questo tema, specialmente in un periodo storico come quello attuale.

È necessario un piano nazionale organico e permanente che permetta di rafforzare e aumentare i servizi di sostegno alla salute mentale. Servono sportelli di ascolto psicologico nelle scuole superiori e nelle università, accessibili gratuitamente a tutti gli studenti. 

Appare, a nostro avviso, essenziale introdurre la figura dello psicologo di base nel sistema sanitario nazionale, come già sperimentato con successo in alcuni distretti sanitari territoriali, iniziativa che dovrebbe andare di pari passo con una campagna di sensibilizzazione per superare lo stigma associato alla ricerca di aiuto psicologico e promuovere una maggiore consapevolezza dell’importanza della salute mentale tra le giovani generazioni, considerato che soltanto il 27,9% delle ragazze e dei ragazzi si è rivolto ad un professionista ricevendo l’aiuto richiesto. Va scongiurata la solitudine e l’abbandono che troppe ragazze e ragazzi sperimentano. Bisogna fare in modo che l’accesso alle cure non sia un privilegio riservato a pochi”.

Leggi l’indagine a questo link.

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Il Piano di azioni nazionale salute mentale (PANSM) già nel 2013 evidenziava quanto i disturbi neuropsichici nell’infanzia e nell’adolescenza siano rilevanti e gravi per le loro ricadute sui percorsi di vita, raccomandando un approccio in grado di garantire accessibilità, tempestività della presa in carico, continuità delle cure e personalizzazione del progetto di intervento. Quasi la metà dei casi problematici di salute mentale si verifica infatti entro i 14 anni di età e il 75% di essi si sviluppa entro i 24 anni, ma difficilmente la causa viene individuata e ancor più raramente si attiva la presa in carico. Come per molti altri fenomeni, inoltre, la pandemia ha avuto un effetto di amplificazione della diffusione del disagio psicologico e dei problemi legati alla sua prevenzione e cura. Tra il 2020 e il 2021, i lockdown causati dalla pandemia hanno comportato soprattutto per i più giovani la perdita di una routine importante, in cui la scuola, lo sport, i momenti di svago, le occasioni rituali (compleanni, eventi familiari ecc.) e, soprattutto, le relazioni amicali e tra pari garantivano nel quotidiano opportunità di sviluppo emotivo e sociale indispensabili per l’equilibrio psicologico durante il percorso di crescita. Diversi studi riportano una significativa diffusione delle manifestazioni di disagio tra gli adolescenti durante il primo lockdown (ansia, tristezza, bassi livelli di ottimismo e scarse aspettative per il futuro), specialmente tra le ragazze, con un generalizzato incremento dei disturbi dell’umore, del comportamento alimentare, del sonno e un aumento di solitudine o ritiro sociale, fenomeni di autolesionismo e tendenze suicidarie nonché la comparsa di altri disturbi del neuro-sviluppo. 

La centralità del tema della salute mentale è confermata anche nella presente indagine, considerando che il 75% dei giovani intervistati (pari a 3 giovani su quattro) ha avvertito l’esigenza di ricevere un supporto psicologico (a fronte del 25% che non ha espresso tale necessità). Tuttavia soltanto il 27,9% si è rivolto ad un professionista ricevendo l’aiuto richiesto, mentre l’11,2% pur rivolgendosi a un professionista non ha ricevuto i benefici attesi e un prevalente 35,9%, pur avvertendone la necessità, non si è rivolto ad alcun professionista, trascurando e probabilmente aggravando una situazione di malessere interiore.

L’esigenza di un sostegno psicologico appare trasversale e condivisa dalla quota maggioritaria del campione in tutte le sue articolazioni. Coerentemente al disagio psicologico più frequentemente rilevato nella componente femminile della popolazione, tale richiesta di aiuto assume caratteri particolarmente critici tra le giovani donne, tra le quali ben l’87,3% dichiara di aver avvertito la necessità di ricevere un sostegno negli ultimi 5 anni (a fronte del 61,8% tra i coetanei maschi). 

Anche nelle fasce anagrafiche centrali (comprese tra i 20 e i 29 anni), la richiesta di un sostegno psicologico appare particolarmente avvertita, con valori vicini all’80% (78,5% tra i 20-24enni e 78,8% tra i 25-29enni), scendendo al valore più basso tra i 30-35enni (60%) e tra i 15-19enni (64,1%). 

Più elevata infine risulta la richiesta di aiuto dei giovani residenti nelle regioni del Centro (79,4%) e del Sud (76,8%), scendendo leggermente al Nord (71,8%), dove, nonostante i livelli di well-fare risultino più elevati rispetto al resto del campione, il disagio psicologico e l’implicita richiesta di un maggiore sostegno si conferma ampiamente maggioritario. 

 

Tabella – Negli ultimi 5 anni hai avvertito l’esigenza di un supporto psicologico? Valori %

Città Italiana dei Giovani 2025: aperto il bando del CNG per la Città più attenta alle nuove generazioni

Il Premio Città Italiana dei Giovani è promosso dal Consiglio Nazionale dei Giovani in collaborazione con il Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e con l’Agenzia Italiana per la Gioventù, ed è assegnato, per il periodo di un anno, ad una città italiana, selezionata attraverso un processo di partecipazione e valutazione inclusivo e trasparente.

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Presentata la nuova ricerca del Consiglio Nazionale dei Giovani: Giovani NEET in Italia, disparità e sfide tra Aree Urbane e Rurali

Maria Cristina Pisani (Presidente CNG), “Necessarie politiche pubbliche per supportare i NEET e accompagnarli verso una formazione e un’occupazione di qualità”.

 

Roma, 22 luglio 2024 – Il Consiglio Nazionale dei Giovani ha presentato oggi i risultati della ricerca “LOST IN TRANSITION: Motivazioni, significati ed esperienza dei giovani in condizione di NEET: un confronto tra aree metropolitane e aree interne”. La ricerca, condotta con il supporto tecnico dell’IREF, esplora le diverse realtà vissute dai giovani NEET (Not in Education, Employment, or Training) italiani, tra i 18 e i 29 anni, fornendo un’analisi approfondita delle loro esperienze e delle sfide affrontate in contesti urbani e rurali.

La ricerca ha evidenziato significative differenze tra giovani NEET delle aree metropolitane e rurali in termini di accesso all’istruzione, autonomia economica, attivazione sociale e politica, e interazioni sociali. Le esperienze di vita di questi giovani sono variegate, con alcuni che adottano strategie di iperattivismo per crearsi opportunità, mentre altri sperimentano una paralisi dovuta alla precarietà del mercato del lavoro. La fiducia nelle proprie capacità e nelle istituzioni risulta erosa da processi sociali e culturali complessi.

Principali risultati:

  1. Disparità Educative: Sono state rilevate significative differenze educative tra la popolazione urbana e quella rurale. Solo il 9,6% dei NEET nelle aree rurali possiede una laurea o un diploma accademico, contro il 65,3% nelle aree urbane. Questo dato sottolinea una marcata disparità nell’accesso all’istruzione superiore tra le diverse aree del Paese.
  2. Autonomia Economica: Quasi il 50% dei NEET nelle aree metropolitane dichiara di essere economicamente indipendente, utilizzando spesso i guadagni per emanciparsi dalla famiglia. Al contrario, nelle aree interne, i giovani NEET tendono a dipendere maggiormente dal supporto familiare.
  3. Attivazione Sociale e Politica: Più della metà del campione mostra alti livelli di attivazione sociale, politica o imprenditoria informale, con differenze significative tra le aree metropolitane e quelle interne. In particolare, i NEET metropolitani sono più attivi nell’economia informale e nella partecipazione a reti sociali e politiche.
  4. Motivazioni e Attribuzioni di Responsabilità: Le motivazioni per la condizione di NEET variano. Molti intervistati descrivono la loro esperienza come una “pausa sabbatica” (29,9%), con una percentuale più alta nelle aree metropolitane (39,7%). Altri motivi includono la necessità di collaborare al sostegno familiare (20,5%) o la disponibilità di risorse finanziarie (13%). La sfiducia nel mercato del lavoro e i carichi familiari sono motivi prevalenti nelle aree interne. Per quanto riguarda la formazione, diversi NEET desiderano svolgere attività legate al proprio percorso di studio (42,6%) o apprendere un mestiere (37,8%). Molti, comunque, non perseguono tali attività per scelta di un periodo “sabbatico” (33%%) o sfiducia nel trovare un percorso formativo (21,4%). I NEET intervistati attribuiscono la responsabilità della propria condizione principalmente all’offerta di lavoro (45%, soprattutto nelle aree metropolitane) e a se stessi (30,4%, soprattutto nelle aree interne).
  5. Lavoro sommerso: Il 74,8% dei NEET ha svolto “lavoretti in nero” nell’ultimo mese. Nelle aree metropolitane, l’88,9% dei NEET è coinvolto in attività informali, mentre nelle aree interne la percentuale scende al 53,6%.
  6. Interazioni Sociali e Sportive: I NEET delle aree metropolitane hanno maggiori interazioni sociali quotidiane rispetto ai loro omologhi delle aree interne. Il 72,5% dei NEET metropolitani incontra gruppi di pari quasi ogni giorno, rispetto al 53,2% nelle aree interne. Simili differenze si riscontrano nell’attività sportiva quotidiana (59,3% contro 34%) e nel tempo trascorso giocando ai videogiochi (58,8% contro 35%).
  7. Esperienze e Significati: Le esperienze dei giovani NEET sono viste come transizioni o passaggi di vita che cambiano, evolvono e si orientano tra processi socio-economici complessi e strategie di adattamento individuali. L’analisi per cluster ha identificato due principali tipi di esperienza NEET: “mettersi ancora in gioco” e “mettersi per ora in pausa”, con differenze significative tra aree metropolitane e interne.

L’analisi per cluster dei giovani NEET evidenzia una marcata eterogeneità tra quelli metropolitani, denominati “ancora in gioco”, e quelli delle aree interne, “per ora in pausa”. I primi sono attivamente coinvolti nell’economia informale, attraverso attività come la compravendita online e lavori in nero, mantenendo una certa indipendenza economica. Essi mostrano inoltre un’elevata auto-attivazione sociale e politica. Al contrario, i NEET delle aree interne partecipano meno all’economia informale e alle attività sociali e politiche, un divario attribuibile alle limitate opportunità lavorative e alla carenza di reti di supporto.

Queste differenze si riflettono anche nelle motivazioni e negli approcci al lavoro: i NEET “ancora in gioco” valorizzano maggiormente le proprie competenze, mentre quelli delle aree interne manifestano fatalismo e dipendenza da fattori esterni. La ricerca evidenzia inoltre una tendenza tra i giovani NEET a sacrificare i propri diritti lavorativi pur di trovare occupazione, specialmente tra quelli delle aree interne.

Questi processi di socializzazione al lavoro, segnati da contraddizioni e sfide, erodono la fiducia dei giovani NEET nelle proprie capacità e nelle istituzioni. A livello politico e pubblico, è cruciale riconoscere che tali situazioni di stallo non derivano dalla passività individuale, ma da processi sociali e culturali più ampi legati alle dinamiche del mercato del lavoro.

Dichiarazione della Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, Maria Cristina Pisani:

“La ricerca ‘LOST IN TRANSITION’ mette in luce la complessità e la diversità delle esperienze dei giovani NEET in Italia.  Non solo, l’indagine fotografa come la percezione dei NEET nell’opinione pubblica non corrisponda alla realtà. 

Nel campione intervistato le evidenze più significative sono due: in molti affermano di seguire e/o aver seguito privatamente percorsi di auto formazione professionale e tanti dichiarano una piccola autonomia reddituale frutto di lavori saltuari e irregolari o di proventi da attività online.

L’ennesima dimostrazione di quanto non sia realistica la narrazione dei giovani choosy e di quanto siano estese la zona grigia di formazione non riconosciuta e quella di lavoro sommerso e in deroga. Giovani che, peraltro, affrontano sfide uniche e variegate a seconda del loro contesto territoriale. È cruciale che le politiche pubbliche riconoscano queste differenze e adottino approcci personalizzati per supportare efficacemente i NEET e accompagnarli verso una formazione e un’occupazione di qualità.

A differenza dei NEET delle aree metropolitane, quelli delle aree interne subiscono maggiormente l’assenza di opportunità vivendo la loro condizione con maggiore rassegnazione. Questo ci obbliga a ragionare sulla necessità di interventi mirati per fornire opportunità concrete e costruire reti di supporto adeguate per ciascuno.

È necessario lavorare per promuovere politiche che riconoscano e valorizzino l’iniziativa dei giovani, offrendo loro gli strumenti e le risorse necessari per costruire un futuro più stabile e all’altezza delle loro aspirazioni. È fondamentale agire adesso e con tempestività per garantire che nessun giovane resti ‘lost in transition’.”

Leggi la ricerca a questo link.

DIMISSIONI FLAMINIA PACE PERVENUTE DOPO RICHIESTA CONSIGLIO DI PRESIDENZA

Roma, 27 giugno 2024 – In merito alle dimissioni dalla Commissione tematica “Affari europei e cooperazione”, di Flaminia Pace, il Consiglio di Presidenza del Consiglio Nazionale dei Giovani (CNG) precisa che:

“Appena appreso tutto quanto emerso dall’inchiesta condotta da Fanpage.it e ripreso dalla stampa nazionale, il Consiglio di Presidenza, ritenendo ciò gravissimo ed in palese violazione di tutti i valori e principi che da sempre animano il Consiglio Nazionale dei Giovani, prendendone nettamente le distanze e non potendo procedere, per norme statutarie, con un atto d’urgenza direttamente alla revoca di un incarico elettivo, aveva già chiesto le immediate dimissioni con delibera dello scorso 17 giugno.

Le dimissioni di Flaminia Pace, dalla Commissione affari europei e cooperazione del Consiglio Nazionale dei Giovani, sono pervenute in data 21 giugno 2024”.

Consiglio Nazionale dei Giovani
Via Adige, 26 – 00198 Roma
Tel. +39 06 94523417