Categoria: Comunicati Stampa

NAZIONI UNITE, GIOVANI / PRESIDENTE CNG, “TRASFORMARE LE CITTÀ IN LUOGHI DI OPPORTUNITÀ”

New York – “La sfida della transizione – ha aggiunto Pisani – cammina sulle gambe dei giovani. Per questo è importante raccontare modelli, come quello promosso dal governo italiano, #Youth4Climate, un solido programma di capacity building e di finanziamento per sostenere i giovani nella realizzazione di progetti innovativi per affrontare la crisi climatica. O come il progetto “Città italiana dei giovani”, uno strumento importante che ogni anno promuoviamo per coinvolgere i giovani nella pianificazione delle comunità. More…

Presentato l’innovativo studio del Consiglio Nazionale dei Giovani: Indice di Fiducia dei Giovani al 69,2%. Più alto tra gli under 24

  • Ministro Abodi: “I dati che abbiamo visto sono dei sensori che consentono di comprendere lo stato d’animo dei giovani”
  •  Pisani, Presidente CNG: “Non ignorare le sfide significative legate all’insoddisfazione per gli stipendi e la difficoltà nel bilanciare lavoro e vita personale”.

Roma, 12 aprile 2024 – Oggi a Roma, presso la sede della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Largo Pietro di Brazzà, il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, e la Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, Maria Cristina Pisani, hanno presentato la prima rilevazione dell’Indice di Fiducia dei Giovani.

Questo innovativo studio del Consiglio Nazionale dei Giovani analizza 15 indicatori chiave per monitorare le percezioni dei giovani italiani sui vari aspetti della loro vita quotidiana.

L’indice, che verrà aggiornato bimestralmente, fornisce un quadro complessivo della fiducia dei giovani italiani (18-34 anni), attualmente pari al 69,2%, considerato di livello medio. È interessante notare che nella fascia di età 18-24 anni, l’indice raggiunge il 71,7%, che indica un livello di fiducia alto.

I dati evidenziano che i giovani mostrano prevalentemente sentimenti positivi (53%), sebbene siano presenti anche emozioni di tristezza e rabbia. Inoltre, il 53% dei giovani ha una visione ottimista dei prossimi anni.

Un considerevole 90% del campione esprime fiducia verso il sistema educativo, della scuola e università italiane, e la maggioranza si mostra ottimista (+13%) riguardo il futuro delle condizioni socio-economiche.

Tuttavia, la ricerca ha anche rivelato che 7 giovani su 10 trovano gli stipendi e il bilanciamento tra vita lavorativa e privata inadeguati. Inoltre, la stabilità lavorativa (95%) e il supporto familiare (96%) sono percepiti come essenziali per completare gli studi e per le scelte di vita fondamentali.

L’attività fisica si conferma un elemento cruciale per il benessere psicologico e sociale (97%) e fisico (98%), con 4 giovani su 5 che praticano sport con buona frequenza. Anche la cultura (85%) gioca un ruolo importante, specialmente tra i più giovani, per il benessere complessivo.

Per il 47% dei giovani la condizione degli uomini nella società è nettamente migliore di quella delle donne.

Il 76% dei giovani mostra una fiducia solida nell’Unione Europea, un dato significativamente superiore rispetto agli over 55. Inoltre, l’intelligenza artificiale (+ 42%) viene vista positivamente, soprattutto dai giovani adulti tra i 18 e i 24 anni (+60%).

Andrea Abodi, Ministro per lo sport e i giovani ha dichiarato: “La presentazione di questa indagine sulla fiducia dei giovani italiani è uno strumento fondamentale per la pianificazione delle nostre attività e si combina molto bene con le valutazioni di impatto generazionale che il Consiglio dei ministri ha varato il mese scorso. I dati che abbiamo visto sono dei sensori che consentono di comprendere lo stato d’animo dei giovani nella comparazione intergenerazionale e di capire come orientare gli strumenti legislativi e le politiche relativamente ai temi della famiglia, lavoro, formazione, imprenditorialità, accesso al credito, salute, benessere e casa. Sono tutti elementi ai quali dobbiamo dare una modalità di lavoro e di interfaccia che deve essere metodologicamente più strutturata. Questa ricerca, in chiave dinamica, va esattamente in questa direzione e nel tempo, saremo in grado di comprendere, anche sulla base delle scelte che facciamo e dei suggerimenti che ci arrivano, il livello della percezione della fiducia”.

Maria Cristina Pisani, Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani ha commentato:  “Siamo estremamente orgogliosi di presentare i primi risultati dell’Indice di Fiducia dei Giovani. Questo studio rappresenta un importante strumento di ascolto e comprensione delle esigenze e delle percezioni dei giovani italiani. L’indice ci fornisce dati preziosi e indicazioni chiare su come i giovani vedono il loro futuro e quali sono le loro principali preoccupazioni. È incoraggiante vedere un elevato livello di fiducia nell’educazione e un ottimismo generale verso le prospettive socio-economiche, ma non possiamo ignorare le sfide significative legate all’insoddisfazione per gli stipendi e la difficoltà nel bilanciare lavoro e vita personale. Questi risultati sottolineano l’urgenza di politiche mirate che supportino i giovani soprattutto nel loro ingresso e stabilità nel mondo del lavoro. Continueremo a lavorare con determinazione per rispondere a queste esigenze, promuovendo iniziative che mirano a migliorare la qualità della vita delle ragazze e dei ragazzi. La fiducia che i giovani ripongono nel futuro ci motiva a perseguire con ancora più impegno la nostra missione di ascolto e sostegno”.

L’Indice di Fiducia dei Giovani è realizzato con il supporto tecnico dell’Istituto Piepoli. La metodologia di realizzazione e calcolo è stata illustrata, nel corso della conferenza stampa, dal Presidente esecutivo dell’Istituto, Livio Gigliuto

“Giovani 2024: il bilancio di una generazione”. Pubblicato il rapporto EURES per il Consiglio Nazionale dei Giovani e l’Agenzia Italiana per la Gioventù

  • L’Italia ha perso in venti anni oltre un quinto dei giovani, diventando ultima in Europa per la presenza di under 35;
  • Migliorano gli indicatori del mercato del lavoro. Ma al Sud la disoccupazione giovanile è pari a tre volte quella del Nord;
  • Il lavoro dei giovani è sempre più instabile e discontinuo, anche nel settore pubblico;
  • Basse retribuzioni per i giovani del settore privato. Meglio il lavoro pubblico, ma negli ultimi 5 anni calano i salari reali;
  • Crisi di rappresentatività e crollo della rappresentanza: soltanto un elettore su 5 ha meno di 35 anni, e i giovani eletti alla Camera crollano sotto il 7%;
  • Istituzioni ancora distanti dalle esigenze dei giovani, cresce la fiducia nell’Europa;
  • 7 giovani su 10 preoccupati dall’ingresso nel mondo del lavoro. Molestie, ricatti e vessazioni, timori diffusi tra le giovani;
  • Sono salute e famiglia i fattori centrali per la qualità della vita di un giovane;
  • Il contrasto alla violenza di genere e la lotta alla mafia, interventi prioritari per migliorare la qualità della vita dei giovani;
  • I giovani si sentono poco compresi dagli adulti nelle loro fragilità.

Roma, 9 aprile 2024 – Il Consiglio Nazionale dei Giovani e l’Agenzia Italiana per la Gioventù hanno presentato il nuovo rapporto “Giovani 2024: Bilancio di una Generazione, sulla condizione giovanile in Italia. Un lavoro per tracciare un quadro dettagliato delle principali sfide e delle opportunità che i giovani italiani affrontano oggi, offrendo al contempo spunti concreti per politiche future.

Il documento rivela dati preoccupanti riguardanti la demografia, l’istruzione e l’occupazione, evidenziando in modo particolare la riduzione demografica dei giovani, il fenomeno della fuga di cervelli, la precarietà lavorativa e la disuguaglianza territoriale e di genere. Tuttavia, il rapporto non getta solo luce su problemi persistenti, ma apre anche alla speranza, proponendo vie d’uscita basate sull’innovazione, l’inclusione e la sostenibilità.

L’Italia si confronta con una sfida demografica di vasta portata, evidenziata da un calo significativo nella sua popolazione giovane. Negli ultimi due decenni, abbiamo assistito a una riduzione di quasi 3,5 milioni di giovani under 35, con un tasso di decremento di circa il 21%. Questo fenomeno ha colpito particolarmente il segmento femminile, con una diminuzione di quasi il 23% contro il quasi 20% maschile. Un confronto che a livello europeo pone l’Italia in una posizione allarmante:  siamo gli ultimi per incidenza di giovani, ben sotto la media dell’Unione Europea.

La fuga di cervelli si manifesta in modo preoccupante, con quasi 18 mila giovani laureati che hanno optato per l’espatrio nel 2021, un aumento del 281% rispetto al 2011. Questo scenario si accompagna a una crescente instabilità nel mercato del lavoro, dove il precariato coinvolge il 41% degli under 35, evidenziando una condizione di incertezza e discontinuità lavorativa che affligge in modo particolare i più giovani.

Le disparità territoriali aggiungono un ulteriore livello di complessità, con il Sud Italia che registra tassi di disoccupazione giovanile notevolmente superiori rispetto al Nord, e dove il salario medio annuo dei giovani lavoratori è significativamente più basso. Queste condizioni sfavorevoli si riflettono anche sulla capacità dei giovani di accedere a opportunità di lavoro stabili e retribuzioni adeguate, influenzando negativamente la qualità della vita e le aspettative future.

Le basse retribuzioni dei giovani nel settore privato rappresentano una problematica significativa. Nel corso del 2022, la retribuzione lorda media annua dei giovani dipendenti del settore privato (15-34 anni) si è fermata a 15.616 euro, rispetto ai 22.839 euro complessivamente rilevati nel settore. Questa disparità retributiva si manifesta anche nei diversi tipi di contratto: i giovani con contratti stabili percepiscono in media 20.431 euro, mentre coloro con contratti a termine e stagionali guadagnano rispettivamente 9.038 euro e 6.433 euro. Nel settore pubblico, invece, i giovani lavoratori (15-34 anni) hanno raggiunto una retribuzione lorda media annua di 23.253 euro nel 2022, che rappresenta una volta e mezza quella del settore privato. Tuttavia, nonostante un incremento nominale delle retribuzioni dal 2018, sia nel settore privato sia in quello pubblico, considerando l’inflazione, si registra una diminuzione del potere d’acquisto, con una variazione negativa delle retribuzioni reali pari al -1,7% nel privato e al -7,5% nel pubblico.

Dal punto di vista politico e sociale, la diminuzione della popolazione giovanile ha avuto ripercussioni evidenti sull’ elettorato giovane, che in 20 anni si è drasticamente ridotto – passando dal 30,4% del 2002 al minimo storico del 21,9% nel 2022. Più rilevante il dato sulla rappresentanza politica, il taglio dei Parlamentari ha colpito quasi esclusivamente gli under 35, con un drastico calo dei giovani eletti, che tra il 2018 e il 2022 hanno subito un decremento dell’80%, passando da 133 a 27, determinando un’influenza sempre minore dei più giovani. L’indagine realizzata tra i giovani italiani mostra un forte senso di alienazione dalle istituzioni, percepite come inefficaci nel rispondere alle loro esigenze: solo il 12% esprime un giudizio positivo sulla sensibilità delle istituzioni verso le problematiche giovanili e per l’85% del campione il livello di attenzione politica nei confronti dei giovani è inadeguato. La percezione cambia se si guarda all’Unione Europea, che riceve una piena sufficienza (6/10) nell’indice di fiducia.

Il percorso formativo viene valutato positivamente dalla maggior parte delle ragazze e dei ragazzi, con un apprezzamento particolare per le opportunità offerte da programmi europei come l’Erasmus+. Tuttavia, la realizzazione personale e professionale rimane ostacolata da barriere significative, tra cui l’instabilità occupazionale e l’accesso limitato all’abitazione, che impediscono una piena transizione verso l’indipendenza e la vita adulta.

Le preoccupazioni legate all’ingresso nel mondo del lavoro dominano il panorama giovanile, con la paura di precarietà e sotto-retribuzione che si sommano ai timori di ricatti, molestie o vessazioni sul posto di lavoro, indicati dal 17,5% dei giovani.

Cosa serve agli under 35 per diventare adulti? Per affrancarsi dai genitori, condizione primaria è quella di ottenere un lavoro stabile. Allo stesso modo, per crearsi una famiglia, quasi il 70% dei giovani indica il bisogno di una situazione economica adeguata. A proposito di genitorialità, più del 60% degli intervistati esprime il desiderio futuro di avere figli. Il 72% del campione, inoltre, attribuisce un ruolo centrale al fenomeno della denatalità.

Nel rapporto tra generazioni, colpisce il fatto che secondo l’opinione di tre intervistati su quattro (quasi il 75%), gli adulti comprendano “poco” (61%) o “per niente” (più del 13%) le esigenze e il vissuto dei giovani, in particolare le paure e fragilità (quasi il 61% delle indicazioni), seguito da aspirazioni e sogni (circa il 50%).

Questi dati sottolineano l’urgenza di interventi politici e sociali mirati a migliorare le condizioni di vita e le prospettive dei giovani in Italia, attraverso la promozione di un mercato del lavoro più stabile e inclusivo, una maggiore valorizzazione delle competenze e un dialogo intergenerazionale rinnovato.

La ricerca “Giovani 2024: Bilancio di una Generazione ” è stata realizzata dal Consiglio Nazionale dei Giovani e dall’Agenzia Italiana per la Gioventù, con il supporto scientifico di EU.R.E.S. Ricerche Economiche e Sociali.

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Dichiarazione di Maria Cristina Pisani, Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani: “Viviamo un’epoca contrassegnata da cambiamenti rapidi e spesso imprevedibili. Questo Rapporto mette in luce le problematiche con cui i giovani si confrontano quotidianamente ed è per questo uno strumento utile per orientare le nostre scelte. La riduzione demografica, l’instabilità lavorativa, le difficoltà reddituali, le disuguaglianze territoriali e di genere, il calo della loro rappresentanza nei contesti istituzionali, delineano uno scenario complesso che richiede un intervento strutturato. Eppure, contemporaneamente, l’indagine evidenzia una capacità di resilienza notevole tra i giovani, una fiducia verso l’Europa e un desiderio profondo di contribuire attivamente al cambiamento sociale ed economico del nostro Paese. Il ruolo di ciascuno di noi è cruciale nell’interpretare queste voci, nel tradurre le preoccupazioni e le speranze in azioni concrete  e nel realizzare strumenti che possano valorizzare e supportare i ragazzi e le ragazze in ogni ambito della loro vita. Negli ultimi 5 anni, sono, infatti, calati i salari reali, in particolare le retribuzioni per i giovani del settore privato sono scese a medie sempre più basse, toccando i 9.546 euro annui per gli under 24. La centralità di un lavoro stabile per costruire una vita autonoma, risulta ancora oggi la maggiore richiesta giovanile (65,7%), con una percentuale sempre più alta tra le ragazze. La sfida che ci attende è impegnativa. È necessario un impegno collettivo per promuovere l’istruzione di qualità, l’inserimento lavorativo, l’equità sociale e di genere, e per rafforzare la rappresentanza giovanile a tutti i livelli decisionali. Sono azioni che devono andare di pari passo con l’intensificazione degli sforzi per contrastare ogni forma di discriminazione  e di esclusione economica e sociale, per garantire a tutti l’accesso alle opportunità, alla salute e al benessere, preservandone i diritti e ascoltandone le voci. Allo stesso modo, occorre rafforzare la comprensione delle loro difficoltà soprattutto alla luce che per tre giovani su quattro gli adulti comprendano “poco” o “per niente” le loro paure e loro fragilità. È per questo che ci impegniamo a garantire che le esigenze di questa generazione e le loro istanze siano ascoltate in tutte le sedi in cui si discute e si decide del loro futuro, per far si che le loro difficoltà diventino priorità per il nostro Paese”.

Dichiarazione di Federica Celestini Campanari, Commissario straordinario dell’Agenzia Italiana per la Gioventù: “I dati emersi nel rapporto di ricerca fanno emergere una realtà difficile, in cui i problemi che i giovani italiani vivono ormai da più di un decennio risultano certamente aggravati dalla pandemia, dalla guerra e dalle recenti crisi economiche. Tuttavia, possiamo cogliere dei segnali positivi: l’attenzione per il tema della natalità e della famiglia, non scontati in una Nazione che sta vivendo quello che gli esperti chiamano “inverno demografico”; il ruolo determinante dei genitori – che restano il primo e più importante esempio nel percorso di crescita dei giovani italiani; il ruolo importante dei Programmi europei nella formazione e nella propensione alla partecipazione attiva; la fiducia nell’Unione Europea, legata forse anche alla stabilità trasmessa dalle istituzioni comunitarie; l’attenzione al tema della legalità. Pur continuando a registrare numeri assoluti preoccupanti, va detto anche che nel 2023 abbiamo visto un aumento del tasso di occupazione dei giovani e delle donne e la diminuzione della percentuale dei NEET. La strada da percorrere è lunga ma dobbiamo lavorare per infondere speranza e fiducia nel futuro: è compito delle istituzioni ascoltare i giovani, capirne le aspettative, i sogni e le paure e cercare risposte strutturali per permettere ai nostri ragazzi di realizzarsi in Italia, se vorranno, scegliendo di andare all’estero solo per scelta e non per necessità. Questo è l’impegno dell’AIG, affianco all’opera quotidiana del Ministro Abodi e del Governo Meloni nel rimuovere le cause del disagio giovanile e gli ostacoli alla piena realizzazione dei nostri giovani.”

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Europee 2024, al voto il 47% dei giovani rispetto al 43% degli over 54. Solo l’8% degli under 35 si ritiene molto soddisfatto del dibattito

Roma, 5 aprile 2024 – Una recente indagine del Consiglio Nazionale dei Giovani (CNG), realizzata in collaborazione con l’Istituto Piepoli, rivela un quadro importante: alle prossime elezioni europee il 47% dei giovani italiani si è detto propenso a votare. Il dato è positivo se si tiene conto che l’affluenza complessiva probabile è stimata al 45%, con un dato più basso per gli over 54 al 43%.

Considerando che nel 2019 la partecipazione al voto è stata del 54,5 % e che, invece, da queste stime l’affluenza complessiva prevista sembrerebbe in flessione, confermando un trend complessivo di discesa negli ultimi 15 anni, opposto al trend generale europeo che ha visto aumentare la partecipazione, il dato di partecipazione giovanile conferma i risultati dell’indagine Eurobarometro sulle ultime elezioni europee che mostrano, infatti, come nel 2019 l’aumento complessivo dell’affluenza alle urne è stato determinato principalmente dalle giovani generazioni in tutta l’UE. In particolare, i giovani cittadini sotto i 25 anni (+14 punti percentuali sul 2014) e i 25-39enni (+12 punti percentuali sul 2014), con un’affluenza complessiva alle passate elezioni europee del 50,6%, la più alta dal 1994, con 19 Stati membri.

Dallo studio, eseguito su un campione rappresentativo della popolazione italiana, emerge, inoltre, come per gli under 35 i temi affrontati nella campagna elettorale non riflettano le proprie preoccupazioni e priorità. Solo l’8% dei giovani, infatti, si ritiene molto soddisfatto dal dibattito politico sulle Europee, mentre 6 giovani su 10 reputano che quest’ultimo non stia affrontando adeguatamente le criticità e le esigenze che vivono.

Il dato scende ulteriormente se ad essere presi in considerazione sono solo gli under 25, considerando il campione 18-24, infatti, è solo il 33% (molto + abbastanza) ad essere soddisfatto almeno in parte. Salgono così a 7 su 10 i giovani che ritengono che non si stiano affrontando adeguatamente criticità ed esigenze. Dato di molto inferiore a quello della fascia 35-54 dove la percentuale raggiunge il  50%.

Per i giovani, i temi su cui il dibattito si deve orientare sono, invece, innanzitutto quelli relativi a lavoro e occupazione (39%), a cui seguono, in ordine di preferenza, scuola e università (18%), formazione post-scuola/università (18%) per lo sviluppo di nuove competenze professionali, e il cambiamento climatico (9%). Questi dati rivelano un urgente bisogno di riorientare il focus del dibattito politico verso questioni che hanno un impatto diretto sul futuro professionale e personale di ragazze e ragazzi.

Commento della Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, Maria Cristina Pisani: “I dati che abbiamo rilevato sull’intenzione di voto dimostrano, ancora una volta, che sono soprattutto le giovani generazioni a voler contribuire alle scelte collettive, non solo del nostro Paese ma anche dell’Unione Europea, attraverso l’esercizio del diritto di voto. In una percentuale, il 47%, che addirittura supererebbe quella degli over 54, pari al 43%, e che potrebbe determinare così un aumento dell’affluenza complessiva alle prossime europee che risulterebbe pari al 45%. Per questo, il dato sulla partecipazione giovanile è importante, in linea con i risultati delle ultime elezioni europee, che mostrano come anche nel 2019 l’aumento dell’affluenza alle urne sia stato determinato principalmente dalla partecipazione delle giovani generazioni in tutta l’UE.

È la dimostrazione che sono per lo più i giovani a voler esercitare con responsabilità il loro diritto al voto, anche se solo l’8% dei giovani si ritiene molto soddisfatto dal dibattito di queste settimane sulle europee, ma, nonostante ciò, mostrano, ancora una volta, la volontà di contribuire alle scelte collettive non solo del nostro Paese ma anche dell’Unione Europea, indicando delle priorità chiare: lavoro e occupazione (39%), seguiti, in ordine di preferenza, da scuola e università (18%) e formazione post-scuola/università (18%) per lo sviluppo di nuove competenze professionali, e cambiamento climatico.

È la ragione per cui sarà necessario un sempre maggiore loro coinvolgimento nelle prossime settimane, sia in termini di individuazione di priorità, sia di elettorato attivo che passivo, considerando che anche a livello europeo la media dell’età degli eletti italiani continua ad essere alta, circa 49,2 anni. Un trend che deve essere invertito, considerando l’ampia volontà delle giovani generazioni di essere pienamente incluse nei processi decisionali per affrontare quelle che sono, a loro avviso, le maggiori criticità che vivono e che indicano con particolare chiarezza come urgenze e priorità”.

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Parte la nuova trasmissione realizzata dal Consiglio Nazionale dei Giovani: da lunedì 8 aprile su Radio Radio “Giovani informa-Ti”

Roma, 3 aprile 2024 – Il Consiglio Nazionale dei Giovani (CNG) è lieto di annunciare il lancio del nuovo programma radiofonico “Giovani informa-Ti”, un appuntamento settimanale dedicato alla divulgazione delle opportunità offerte dalle associazioni giovanili e dalle istituzioni nazionali ed europee alle giovani generazioni. Il programma debutterà lunedì 8 aprile alle ore 18 sull’emittente Radio Radio, con l’obiettivo di creare un canale di informazione costante e puntuale per i giovani.
In un’epoca in cui le politiche giovanili rivestono un ruolo cruciale nel contesto nazionale, il Consiglio Nazionale dei Giovani intende avvicinare i giovani alle numerose opportunità di crescita personale e professionale disponibili, attraverso una serie di incontri e approfondimenti trasmessi su canali di comunicazione sia istituzionali che non. L’iniziativa si propone di colmare il gap informativo esistente, incentivando la partecipazione attiva dei giovani alle iniziative a loro dedicate.
Ospiti della prima puntata saranno la Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, Maria Cristina Pisani, il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, e le organizzazioni giovanili del CNG.
Il programma si articolerà in 8 puntate della durata di due ore ciascuna, che andranno in onda tutti i lunedì nei mesi di aprile e maggio ed esploreranno temi cruciali quali le nuove professioni e le competenze future, il benessere, l’arte, lo sport, la sostenibilità, il servizio civile e le opportunità europee.
“Questo spazio – ha dichiarato la Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani – sarà un’occasione per i giovani di informarsi e scoprire come sfruttare al meglio le opportunità a loro disposizione, stimolando al contempo una riflessione sulle politiche giovanili. Ospiteremo, di volta in volta, esponenti del mondo istituzionale, dell’impresa, della cultura e dello sport, che condivideranno le loro esperienze e visioni, arricchendo il dibattito e fornendo ai giovani nuove prospettive. Tuttavia, sarà soprattutto lo spazio riservato alle organizzazioni giovanili e ai giovani stessi, ragazze e ragazzi, a dominare il programma, trasformandolo in un vero e proprio laboratorio di idee e progetti per il futuro”.
La trasmissione “Giovani informa-Ti” potrà essere seguita su Radio Radio (FM-DAB), Radio Radio TV canale 253 del Digitale Terrestre Nazionale, attraverso l’APP di Radio Radio scaricabile su app.radioradio.itdisponibile su Google Play e Apple Store e in streaming su www.radioradio.it e su tutte le piattaforme multimediali.

Capitale Europea dei Giovani 2027, Pisani (Presidente CNG): “Parma in finale, risultato straordinario di un percorso partecipato”

Roma, 26 marzo – “La scelta di Parma tra le città finaliste rappresenta un ulteriore e importante passo di un cammino comune intrapreso dall’Amministrazione Comunale insieme, tra gli altri, al Consiglio Nazionale dei Giovani. L’entusiasmo del sindaco Michele Guerra e dell’Assessora Beatrice Aimi è stato contagioso e ha dato vita a un processo partecipativo in cui sono stati proprio i giovani a essere protagonisti. Con questo risultato, Parma si propone come modello di innovazione e inclusione per tutta Europa,” afferma Maria Cristina Pisani, Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, dopo aver appreso dell’annuncio che vede Parma tra le finaliste per il titolo di Capitale Europea dei Giovani 2027, sottolineando l’importanza del lavoro sinergico tra il CNG e l’Amministrazione Comunale di Parma.
“Parma ha saputo sviluppare un progetto ambizioso che pone al centro la partecipazione giovanile, anche attraverso l’introduzione della valutazione d’impatto generazionale. Quest’ultima rappresenta un’innovazione significativa nel panorama delle politiche giovanili, per cui il CNG si batte da tempo. La valutazione delle politiche, unita a una costante inclusione dei giovani e degli organismi che li rappresentano, rappresenta la giusta strategia per lavorare a lungo termine per il benessere delle future generazioni.
Con Parma finalista – conclude Pisani – si apre ora l’ultima fase di questo entusiasmante percorso. Continueremo a lavorare insieme, con la stessa passione e determinazione, per portare avanti un modello che già oggi risulta vincente in Italia e in Europa.”

Consiglio Nazionale dei Giovani
Via Adige, 26 – 00198 Roma
Tel. +39 06 94523417