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È NAPOLI LA CITTÀ ITALIANA DEI GIOVANI 2023

Il Premio Città Italiana dei Giovani, promosso dal Consiglio Nazionale dei Giovani in collaborazione con il Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale e l’Agenzia Nazionale per i Giovani, assegnato oggi a Palazzo Chigi, nasce con l’obiettivo di favorire una maggiore partecipazione dei giovani alle politiche locali e ai processi decisionali dei territori.

Roma, 15 marzo 2023È Napoli la città italiana dei giovani 2023. Il Premio, promosso dal Consiglio Nazionale dei Giovani in collaborazione con il Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale e l’Agenzia Nazionale per i Giovani  ̶  è stato assegnato oggi in occasione dell’evento che si è tenuto a Roma, presso la Sala stampa di Palazzo Chigi, alla presenza di: Maria Cristina Pisani, presidente del Cng, Michele Sciscioli, Capo Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale, Federica Celestini Campanari, Direttore Generale Agenzia Nazionale per i Giovani e Stefania Leone dell’Università degli Studi di Salerno. Le altre finaliste erano Bergamo e Pisticci.

“Congratulazioni a Napoli per aver saputo coinvolgere un gran numero di giovani del territorio e per aver costruito una programmazione innovativa, con specifici percorsi per la socializzazione politica e l’integrazione organizzativa dei giovani” ha dichiarato la Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, Maria Cristina Pisani. “Un progetto che favorisce la domanda dal basso di politiche per l’innovazione e l’inclusione sociale e fornisce strumenti per promuovere l’autoimprenditorialità giovanile, rispondendo così alla forte domanda di coinvolgimento dei giovani nelle decisioni e nei processi politici. I nostri sentiti complimenti anche alla città di Pisticci, seconda classificata, la quale ha presentato un progetto coraggioso, puntando sull’autodeterminazione dei giovani come fattore d’inclusione e protagonismo delle nuove generazioni all’interno del tessuto cittadino. Un particolare augurio di buon lavoro alla città di Bergamo, terza classificata, per il loro progetto sulla fragilità delle nuove generazioni, tema per noi molto importante in questo momento”.

“I progetti arrivati per questa edizione del premio hanno testimoniato una grande sensibilità verso le giovani generazioni e la volontà concreta dei comuni di puntare sulle politiche giovanili come strumento di rilancio territoriale, specialmente nelle Amministrazioni più piccole e periferiche” ha commentato Vincenzo Riemma, Consigliere di Presidenza del CNG. “La scelta è stata difficile perché tutte e tre le città finaliste hanno dimostrato di voler offrire una visione capovolta di città e politiche pubbliche in grado di mettere al centro i giovani, affrontando, senza riserve, criticità territoriali e generazionali per costruire soluzioni concrete, progettate con e per le giovani generazioni. Un grande applauso a Napoli, ma non da meno a Pisticci e Bergamo”.

La giuria, che ha selezionato e giudicato le candidature pervenute in questi mesi, era composta dai rappresentanti del Consiglio Nazionale dei Giovani, del Dipartimento delle Politiche Giovanili e del Servizio Civile Universale, dell’Agenzia Nazionale per i Giovani, e da Giampiero Marrazzo, giornalista e presentatore Rai, Stefania Leone, professoressa dell’Università degli Studi di Salerno, Daniele Cassioli, atleta paralimpico, e Paolo Marini, Vicepresidente della Fondazione Bruno Visentini.

 

 

 

Pisani (CNG) incontra il Ministro Abodi in sede

Roma, 28 febbraio 2023 Oggi il ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, è stato ospite presso la sede del Consiglio Nazionale dei Giovani, dove ha incontrato la presidente del Cng Maria Cristina Pisani per definire la programmazione 2023, le giornate dedicate al tema del benessere psico-fisico degli under 35 e discutere le azioni da mettere in campo a favore delle nuove generazioni.

Ringrazio il Ministro Abodi per aver partecipato, con grande interesse, al tavolo di lavoro che abbiamo organizzato insieme nella nostra sede e per la capacità di analisi dimostrata nei confronti delle tematiche che più ci stanno a cuore. È la prima volta che un Ministro in carica viene in visita presso i nostri uffici, è un gesto che abbiamo apprezzato tanto”, ha dichiarato Maria Cristina Pisani, presidente del Cng. “In particolare, oltre a definire le linee guida per la programmazione di quest’anno, abbiamo esposto la necessità di una Legge quadro per le politiche giovanili, un Ddl giovani al quale stiamo già lavorando, che prevederà una pianificazione strategica pluriennale e annuale con target, output e outcome misurabili, un dialogo sociale con i giovani per una maggiore valorizzazione della rappresentanza e dell’associazionismo, la definizione di una ‘governance’ dei giovani con organi, funzioni e poteri propri, la valutazione di impatto generazionale, che chiediamo da anni, e una razionalizzazione e riorganizzazione delle misure a favore degli under 35. Nel ministro – ha concluso Pisani – abbiamo incontrato la volontà di mettere a terra un nuovo modello politico a favore dei giovani, un cambio di passo decisivo per rendere le nuove generazioni finalmente protagoniste della Storia del nostro Paese”.

“Ho voluto fortemente questo incontro con il Consiglio Nazionale Giovani.” Ha dichiarato il Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi. “Ne ho apprezzato gli spunti, le analisi e la produzione dei contenuti. Penso che queste energie vadano messe a sistema e offerte come contributo anche agli altri ministeri. Il nostro lavoro comune è orientato a costruire una nuova struttura di governo delle Politiche Giovanili, per portare al centro dell’agenda del Paese le esigenze dei giovani italiani” ha concluso il Minsitro.

Kick-off Meeting del Comitato Tecnico Scientifico

Durante il Kick-off Meeting del Comitato Tecnico Scientifico, tenutosi il giorno 28 febbraio p.v. alle ore 15:00 presso la Sala Italia del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale, primo piano, Via della Ferratella in Laterano n.51 – Roma, sono state presentate le linee essenziali del progetto e, insieme alla esperienza di tutti i membri, sono state delineate le azioni da mettere in campo.

Roma, 28 febbraio 2023- . Circa sei giovani lavoratori su dieci hanno sofferto di disagi perlopiù emotivi, ma anche fisici (nel 13% dei casi) sul luogo di lavoro, dovuti principalmente a esaurimenti emotivi da burnout o all’estrema pressione associata al carico di richieste di lavoro sui dispositivi mobili personali.

Sono questi i dati dell’Osservatorio WellFare – una piattaforma di ascolto diretto con le giovani generazioni creata dal Consiglio Nazionale dei Giovani con l’obiettivo di guidare le istituzioni in una riflessione profonda sulle molteplici criticità legate alla salute mentale, relazionale, sociale, fisica e creativa dei giovani italiani – presentati in occasione del primo incontro su “I Giorni del Benessere” che si è svolto presso la sede del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale, alla presenza, tra gli altri, di: Maria Cristina Pisani, presidente del CNG, Francesco Marchionni, Consigliere di Presidenza del CNG e Rosaria Giannella, Coordinatrice per l’Ufficio delle Politiche Giovanili.

“I Giorni del Benessere” è il progetto ideato dal CNG in collaborazione con il Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale per favorire percorsi di prevenzione, informazione e sensibilizzazione, orientati al benessere fisico e mentale delle giovani generazioni. La ricerca dell’Osservatorio, che indaga lo stato di salute psicofisico dei giovani a scuola, all’università e al lavoro, ha coinvolto circa 300 giovani dai 15 ai 35 anni provenienti da tutta Italia, con diversi livelli di scolarizzazione e diverse professionalità. In particolare, secondo il sondaggio, il 20% dei giovani intervistati ritiene sia necessario avere una maggiore flessibilità sugli orari lavorativi soprattutto attraverso una gestione del lavoro orientata per obiettivi specifici da raggiungere. I giovani suggeriscono alcune modalità per aumentare il benessere sul luogo di lavoro attraverso, ad esempio, la promozione di attività di supporto alla gestione delle pressioni quotidiane (19%), di prevenzione al benessere psicofisico (14,1%) e di supporto alla maternità (13,9%).

“Ansia, stress e nervosismo condizionano pesantemente la vita lavorativa degli under 35, anche a causa delle pressione sociale dovuta alle aspettative degli altri, e su questo i social media hanno avuto un impatto estremo e una grande responsabilità”, ha dichiarato Maria Cristina Pisani, presidente del CNG. “La società dei record straordinari, raccontati come ordinari, crea una pericolosa distopia tra il reale e il percepito, che può portare ad una serie di problematicità di salute mentale. La paura del giudizio, le aspettative e il senso di inadeguatezza sono infatti tra i principali motivi riportati come cause legate al senso di ansia, così come le incertezze per il proprio futuro e le scadenze impellenti nello studio e nel lavoro. Purtroppo, i recenti casi di cronaca ne sono una drammatica testimonianza. Dalla nostra indagine risulta che negli ultimi anni ben quattro giovani su dieci si sono rivolti a uno psicologo e altri due stanno pensando di contattarlo. Un segnale positivo che ci spinge ancora di più a non lasciare sole le nuove generazioni e costruire insieme a loro delle strategie di supporto integrato.”

Per quanto riguarda i giovani a scuola, secondo l’indagine circa il 92% dei ragazzi dichiara di avere a disposizione uno sportello psicologico all’interno del proprio istituto ma, allo stesso tempo, il 48%, quindi quasi uno su due, ritiene che la scuola non abbia informato adeguatamente gli studenti sulle opportunità di assistenza psicologica, interne o esterne alla scuola stessa. Inoltre, la quasi totalità della componente studentesca riporta di risentire fortemente dei livelli di pressione del proprio istituto per l’ottenimento di buoni voti.

Diversi, invece, i dati relativi all’università, dove gli sportelli di supporto psicologico sono ridotti rispetto alle scuole, risultando assenti per tre rispondenti su dieci. La pressione accademica è particolarmente sentita dagli studenti in relazione a un legame negativo con il proprio docente (una pressione sofferta dalla metà degli intervistati), a cui segue il peso di dover socializzare con i compagni di corso puramente al fine di mantenere delle buone relazioni professionali future (dato manifestato da più di tre universitari su dieci). In confronto a questi dati, l’ansia della competizione accademica e la paura di non realizzare le aspettative dei genitori sembrano dati minori. Sensazioni presenti per più di due ragazzi su dieci.

Indagine CNG – ANG – CENSIS “Generazione Post Pandemia – Bisogni e aspettative dei giovani italiani nel post Covid 19”

Roma, 10 ottobre 2022 – Più di sei giovani su dieci (62%) hanno cambiato la propria visione del futuro a seguito della pandemia: solo per il 22% il futuro sarà migliore, mentre il 40% ritiene che sarà peggiore. Manca una promessa di miglioramento e benessere per le giovani generazioni e di fronte a un futuro ignoto prevalgono incertezza (49%) e ansia (30%), che in alcuni casi si trasformano in paura (15%) e pessimismo (13%) soprattutto dinanzi a eventi le cui dimensioni e conseguenze vanno oltre la capacità di previsione e di intervento dei singoli.

È quanto emerge dal Rapporto realizzato dal Censis per il Consiglio Nazionale dei Giovani e l’Agenzia Nazionale per i Giovani dal titolo: “Generazione post pandemia: bisogni e aspettative dei giovani italiani nel post Covid”.

Secondo l’indagine, il 27% dei giovani dichiara che durante la pandemia la sua salute è peggiorata e la quasi totalità (97%) ha avuto almeno un piccolo malessere, tra mal di testa (69%), dolori articolari (57%) e problemi intestinali (42%). In aumento anche i disturbi del comportamento alimentare, quali l’anoressia e la bulimia: il 12% dei giovani tra i 18 e i 36 anni dichiara di soffrirne, in particolare il 13% delle donne e l’11 degli uomini, il 16% degli under 25 e il 10% di chi ha tra i 25 e i 36 anni.

Il 45% dei giovani dichiara, inoltre, che dopo la pandemia desidera trascorrere a casa più tempo possibile, con circa la metà degli under 35 (48%) che sviluppato una sorta di agorafobia. Il 47%, poi, dichiara di sentirsi fragile e il 32% si sente solo, quota che sale al 39% tra i giovanissimi. A soffrire di ansia e depressione, dopo il Covid, è ben 45% degli under 37enni (una percentuale che sale al 49% per gli under 25).

“I dati del Rapporto evidenziano chiaramente come la questione generazionale stia trascinando sulla pelle di troppe ragazze e troppi ragazzi le conseguenze di una crisi che ha creato forti squilibri economici, sociali e psicologici che non solo minano alla competitività del Paese ma rischiano di lasciare, ancora, indietro una generazione esausta”, ha dichiarato Maria Cristina Pisani, confermata presidente del Cng per i prossimi tre anni. “Ce n’è abbastanza per comprendere perché i giovani sempre di più scelgono di fuggire all’estero, perché non riescono a mettere su famiglia e fare un figlio e quali sono gli ostacoli che ancora oggi impediscono una loro piena emancipazione. Occorre riflettere su una concreta promessa di futuro per arginare l’onda d’urto della crisi pandemica, economica e delle attuali sfide su un’intera generazione, che oltre ad essere la più povera è anche la più sola.”

“In questo momento in cui il futuro appare così incerto a causa delle tante crisi in atto, i giovani chiedono alla politica e alle istituzioni delle risposte chiare e delle azioni efficaci a tutela dell’ambiente, dei diritti e della pace, contro le diseguaglianze e le discriminazioni”, ha aggiunto Lucia Abbinante, Direttrice Generale dell’Agenzia Nazionale per i Giovani. “La sfiducia delle nuove generazioni, così chiaramente evidenziata nel Rapporto, è un dato che non si può più trascurare. Occorre ascoltare i giovani, coinvolgerli nei processi decisionali, favorire il loro attivismo, lasciare che esprimano idee, visioni e competenze e soprattutto garantire che essi abbiano accesso alle informazioni e alle opportunità.”

Per quanto riguarda il rapporto tra giovani e politica, dallo studio emerge che l’Italia è un Paese in cui comanda una gerarchia di adulti che faticano a lasciare i posti di potere: il 64% della popolazione pensa che ci siano troppi anziani ai vertici delle Istituzioni. Si tratta di un’opinione che è trasversale alle diverse fasce di età, seppure sia maggiormente condivisa da giovanissimi (77% tra i 18-24enni) e giovani-adulti (71% tra quelli che hanno tra i 25 e i 36 anni), e che ha i maggiori sostenitori tra Generazione Z e Millennials che vivono nel Nord-est (82%), tra i laureati (77%) e gli studenti (83%).

Grande è la sfiducia nei confronti della politica: circa sette giovani su dieci (69%) non si sentono rappresentati, con quote che raggiungono il 75% tra quelli che risiedono nel Nord-est e il 77% tra i disoccupati. Il 23% degli under 35 (che sale al 24 % tra i giovani-adulti) pensa che la prossima volta non si recherà alle urne a votare.

Infine, per circa otto italiani su dieci (77%) oggi è difficile per un giovane veder riconosciuti l’investimento e le energie spesi nel lavoro e nello studio, e per il 72% è finito il tempo in cui i figli stavano meglio dei genitori.

Ma cosa sognano, alla fine, i giovani? Il 68% vorrebbe vivere innanzitutto in una società più inclusiva, mentre il 32% preferirebbe una società più meritocratica, in grado di premiare chi è bravo e ha voglia di fare, anche a costo di lasciare indietro qualcuno.

LEGGI L’INDAGINE.

GIOVANI E SERVIZIO CIVILE, L’INCERTEZZA DEL FUTURO INCIDE SULLA PARTECIPAZIONE

“Il servizio civile è un Istituto della Repubblica deputato alla difesa della Patria, che si realizza con mezzi ed attività non armate, ed è considerato un esempio di politica efficace ammirata in tutta Europa. Per i giovani rappresenta da sempre un’esperienza di partecipazione e di servizio al Paese, un’occasione per dare il proprio contributo alla comunità in un’età di crescita e di formazione alla vita adulta. Sono queste le caratteristiche sulle quali concentrare la comunicazione istituzionale del servizio civile, per non correre il rischio che sia invece visto e vissuto dai giovani come un’esperienza prevalentemente formativa, al pari di altre e, da questo punto di vista, meno conveniente in termini di impegno e durata”.

E’ il commento del presidente Enrico Maria Borrelli ai risultati diffusi oggi dell’indagine realizzata dalla Fondazione Amesci per approfondire le motivazioni di assenza ai colloqui di selezione dei candidati.

Lo scorso 9 marzo si è chiuso infatti il più grande bando di selezione nella storia del servizio civile, con ben 64.331 posti disponibili (nel 2021 erano 55.793: +15%), afferenti a 3.289 progetti da realizzare in Italia (3.090) e all’estero (199). Le domande di partecipazione dei giovani sono state 112.008, di cui 66.873 donne (63%) e 41.441 uomini (37%). Nel particolare sono 105.098 (1,7 domande per ogni posto disponibile) le domande presentate dai giovani tra i 18 e 28 anni per i progetti in Italia e 3.595 (3,1 domande per ogni posto disponibile), per quelli all’estero. Nonostante l’incremento dei posti messi bando sono diminuite dell’11% le domande presentate rispetto al 2021 (125.286) e desta, inoltre, preoccupazione il tasso di assenteismo al colloquio di selezione dei candidati, che si attesta intorno al 30% (quasi generalizzato per tutti gli enti).

Per analizzare le motivazioni di questo fenomeno, la Fondazione Amesci ha somministrato un questionario online ai 1.908 giovani (836 uomini e 1.072 donne) risultati assenti ai propri colloqui di selezione, ovvero il 29,33% delle candidature ricevute (in totale 6.505 di cui il 57,9% donne e il 42,1% uomini) per partecipare ai 166 progetti in Italia e i 15 progetti all’estero della Fondazione.

Al questionario hanno risposto 504 giovani (63,9% femmine, 36,1% maschi). Il 66,5% degli intervistati è in possesso di diploma di scuola superiore, il 16,1% di laurea triennale e l’8,7 di laurea magistrale, mentre il 7,5% di licenza di scuola media inferiore. Il 38,3% si dichiara studente, il 16,5% studente-lavoratore e il 22% lavoratore, il 18,8% è disoccupato in cerca di lavoro.

Guardando ai motivi di assenza a colloquio, il 41,7% ha indicato lo studio (15,7%) ed il lavoro (26%), mentre il 16% motivi personali (6,4%), di salute (4,4%) e di famiglia (5,2%). Il 22,6% dichiara di non aver ricevuto comunicazioni relative al colloquio, sebbene il bando chiarisse che l’obbligo di informazione è assolto attraverso la pubblicazione sui siti degli enti titolari dei progetti. Il 4,2% ha semplicemente cambiato idea: il 26,5% perché ha trovato lavoro (26,5%) e il 17,7% per aver valutato l’incompatibilità con altri impegni. Infine, l’80,9% ha risposto che ripresenterebbe domanda di partecipazione (si: 59,1% – forse: 21,8%), il 7,3% non la ripresenterebbe e l’11,7% non sa se la ripresenterà.

“Dall’indagine emerge che il 38% di quelli che non si presentano ai colloqui già lavora o è uno studente/lavoratore studio, il che significa che il servizio civile è un’opportunità che interessa molto i giovani, ma non sempre è conciliabile con i loro impegni e in molti casi lo scoprono dopo aver avanzato la candidatura.” osserva il Presidente della Fondazione, Enrico Maria Borrelli.

Borrelli continua evidenziando che “I canali di informazione di Amesci raggiungono oltre 2,5 milioni di utenti l’anno e per l’intera durata del bando la Fondazione ha messo in campo una massiva campagna di promozione, sia sul sito istituzionale che attraverso i canali social e i giornali. Ciò nonostante, non sembra esservi un problema di comunicazione o di appeal del sistema, quanto piuttosto di consapevolezza della scelta e di attenzione alle informazioni: l’80% dei giovani dichiara di non essere a conoscenza della possibilità di recuperare l’eventuale assenza, pur essendo tale opportunità chiaramente indicata nella medesima comunicazione con la quale sono stati informati della data del colloquio”.

A sostegno di questa ipotesi intervengono i dati degli anni passati, in cui Amesci ha registrato il 33,9% di assenti nel 2020 (ante covid) e il 21,1% nel 2021 (-12,8%) con l’introduzione dei colloqui online che hanno facilitato la partecipazione dei giovani. Nel 2022 i colloqui di Amesci si sono svolti prevalentemente online, eppure il dato delle assenze è tornato a salire significativamente rispetto al 2021 (+8,2).

“Non emergono elementi sufficienti a ritenere queste assenze ai colloqui una criticità del servizio civile, anche perché risulta essere conforme ai dati degli altri concorsi pubblici. Ma è sicuramente necessario che il Dipartimento realizzi, in occasione della pubblicazione dei bandi di selezione, una comunicazione adeguata al Servizio Civile, strumento unico per lo Stato di educare alla cittadinanza attiva e ridurre così la distanza con le istituzioni” segnala Borrelli.

“Sono mutate in realtà le motivazioni per le quali i giovani scelgono di fare servizio civile: meno voglia di impegnarsi per l’altro e più attenzione alla propria formazione e alle proprie motivazioni personali” afferma il presidente della Fondazione Amesci. Lo dimostra il significativo calo di candidature per i progetti di assistenza registrato dal Dipartimento per le Politiche giovanili e Servizio Civile Universale e, di contro, la crescita del numero di domande per i progetti di educazione e promozione culturale. “Un dato che invita tutti a prestare attenzione, per non mettere a rischio il futuro di questo istituto proprio quando si stanno festeggiando i suoi primi 50 anni di storia. E di successi”.

LEGGI I DATI EMERSI

GIOVANI: Il CNG lancia l’“Indagine sui fabbisogni formativi inevasi” – Assemblea Generale 17-19 giugno 2022, Savona

Roma, 20 giugno 2022 – Accompagnare i giovani verso i nuovi bacini di impiego di qui al 2025, identificando le professionalità necessarie per lavorare nei mestieri più richiesti dai principali settori produttivi, tra cui l’automotive, l’aerospazio e la salute. Questo l’obiettivo dell’“Indagine sui fabbisogni formativi inevasi e sulle competenze richieste dalla transizione digitale ed ecologica”, lanciata dal Consiglio Nazionale dei Giovani (CNG), in occasione di “GenerAzione Italia” l’annuale Assemblea generale tenutasi a Savona dal 17 al 19 giugno scorsi e dedicata ai temi della partecipazione giovanile, del lavoro, della formazione, della trasformazione digitale e della transizione verde.

Con un aumento del tasso di Neet di 1,8 punti percentuali per le donne e di 1,5 punti percentuali per gli uomini, dal 2019 al 2020, l’Italia si attesta terza tra i Paesi dell’area europea per numero maggiore di Neet con il 35% delle giovani e il 24% dei giovani disoccupati o inattivi (dati Eurostat). I giovani tra i 20 e i 24 anni senza un diploma di scuola superiore hanno inoltre quasi tre volte più probabilità di non avere un futuro nel mondo del lavoro rispetto a quelli con un’istruzione terziaria.

L’indagine si concentra su tre regioni campione, Piemonte, Lazio e Campania, e, anche alla luce dei suddetti dati, si pone l’obiettivo di cogliere gli elementi di innovazione tecnologica per declinare adeguatamente le figure da formare e le competenze da acquisire affinché siano “spendibili” nel mercato del lavoro regionale e nazionale, in ambito europeo e internazionale.

“La strada indicata all’interno della ricerca è quella di seguire la strategia di specializzazione intelligente, trovando collegamenti che mettano in presa diretta l’evoluzione delle strategie di specializzazione territoriali con i programmi formativi degli istituti tecnici e professionali” ha dichiarato Maria Cristina Pisani, Presidente del CNG. “Comprendere l’orientamento futuro delle aziende (anche quelle in transizione industriale) è fondamentale per creare percorsi formativi adatti ai giovani di oggi, eventualmente anche attraverso pratiche di skill forecast e di previsione delle competenze future, molto diffuse in altri paesi europei”.

La presenza del Cng a Savona – ha detto il Sindaco di Savona Marco Russo – è stata molto stimolante per la nostra città e per la nostra amministrazione che crede molto nel partecipazione delle nuove generazioni. Savona ha un Tavolo Giovani e il nostro Consiglio comunale si caratterizza per avere un alto numero di giovani e giovanissimi e questo ci aiuta ad avere un approccio basato non su politiche per i giovani, ma su politiche portate avanti insieme con i giovani. I ragazzi devono essere protagonisti di attività e iniziative, come è stato, ad esempio, per la candidatura di Savona a Capitale Europea dei Giovani, iniziativa da cui discende anche la tre-giorni Cng che si è appena conclusa in città. La cifra nelle politiche per i giovani deve essere quella dell’innovazione, solo così Savona tornerà ad essere un luogo in cui i ragazzi possono pensare di progettare il proprio futuro”.

“Dopo la candidatura della nostra città a Capitale europea dei giovani 2025 l’evento appena concluso è stato un altro importante passo verso una Savona più sensibile e accogliente verso le nuove generazioni. Tutto questo non vuole essere punto di arrivo, ma un punto di partenza di un percorso che porterà la nostra città a vincere la sfida generazionale” ha aggiunto il Consigliere comunale del Comune di Savona Luca Burlando.

I risultati dell’indagine forniscono indicazioni e orientamenti utili per le strategie di specializzazione regionale S3 per il settennio 2021-2027, unitamente alle risorse finanziarie e alle riforme introdotte dal PNRR, al rilancio delle Zone economiche speciali (ZES) e alla programmazione del Fondo Sociale Europeo 2021-2027 in ambito sia nazionale che regionale (POR e PON).

L’analisi del CNG riporta anche che, da un recente studio settoriale di Unioncamere e Anpal, nel settore “commercio e turismo” emerge attualmente una domanda di 568-698mila occupati nel prossimo quinquennio, determinata in prevalenza dalla necessità di sostituzione per naturale turnover, nel settore “salute” circa 500 mila unità e in quello “costruzioni e infrastrutture” circa 200 mila unità.

Secondo l’indagine, infine, nonostante l’affermazione dello smart working e del lavoro agile, non è pensabile scindere completamente il posto di lavoro dal domicilio del lavoratore. Pertanto, anche nel 2025, la prossimità all’impresa datrice di lavoro o ai clienti, per quel che riguarda il lavoratore autonomo/imprenditore, sarà ancora un elemento determinante, che trae forza anche dalla positiva contaminazione che le imprese in rete, un cluster o anche semplicemente un luogo di lavoro condiviso esercita sui suoi componenti.

Oltre a Maria Cristina Pisani, Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, e Marco Russo, Sindaco della Città di Savona, all’assemblea generale di CNG sono intervenuti, tra gli altri: Daniele Frongia, Gabinetto Ministero per le Politiche Giovanili, Franco Vazio, Deputato della Repubblica, Tiziano Treu, Presidente CNEL,  e Giovanni Berrino, Assessore regionale della Regione Liguria.

Consiglio Nazionale dei Giovani
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