Mese: Maggio 2020

Comunicazione agli enti di servizio civile: quesiti presentazione programmi d’intervento.

In questi mesi il Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale, in raccordo con le Regioni e Province Autonome e con gli enti che ne hanno fatto richiesta, ha organizzato e partecipato a seminari, convegni, incontri sul tema della programmazione degli interventi di servizio civile, per illustrare i principi del Piano triennale 2020-2022 e chiarire modalità e procedure per l’elaborazione e la presentazione dei programmi. Parallelamente ha dato riscontro a tutti i quesiti pervenuti sul tema e, rispetto alle domande più frequenti, ha creato un’apposita pagina sul sito istituzionale dedicata alle FAQ in continuo aggiornamento.
In proposito il Dipartimento comunica che verranno evase soltanto le ulteriori richieste di chiarimento che perverranno entro il prossimo 22 maggio.
Sospendere tale attività è indispensabile, a ridosso della scadenza per la presentazione dei programmi (ore 14,00 del 29 maggio p.v.), per consentire al Dipartimento sia di rispondere a tutti i quesiti pervenuti fino a tale data, sia di predisporre eventuali FAQ che saranno pubblicate sul sito www.servziocivile.gov.it, garantendo pari condizioni di accesso alle informazioni per tutti gli enti.
 

#SeparatedbutUnited – Il messaggio del Board dell’European Youth Forum

In tempi di avversità e crisi, dimostrare che siamo #SeparatedbutUnited è più importante che mai. Dobbiamo garantire che nessuno rimanga indietro, che tutti abbiano accesso all’assistenza sanitaria, a un lavoro di qualità e a condizioni di lavoro dignitose, a una buona istruzione e un futuro. È il momento di ricostruire e le risorse devono essere spese in modo sostenibile, dobbiamo proteggere le persone e il pianeta.
Il tempo di ricostruire è ora!
Guarda il video messaggio dell’European Youth Forum!

#SDGYoungLeaders

Il settore della Gioventù delle Nazioni Unite sta attualmente esaminando le 7.698 domande che hanno ricevuto dai giovani che si sono candidati a #SDGYoungLeaders.
La Young Leaders Initiative è gestita dal Delegato del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Envoy on Youth. L’iniziativa fa parte del Global Youth Partnership for Sustainable Development Goals, lanciato nel 2015.
Ogni due anni, 17 nuovi giovani leader vengono selezionati attraverso una call aperta e un rigoroso processo di valutazione. I candidati vengono valutati su aspetti quali la capacità di influenzare e motivare gli altri, la natura innovativa e le capacità di raccontare storie. Un comitato di selezione di alto livello composto da leader delle Nazioni Unite, dai governi, dalla società civile e dal settore privato conduce una selezione finale dei migliori candidati.
Dopo il loro mandato, i giovani leader rimangono coinvolti nell’iniziativa come ex-alunni e collaborano e guidano la classe successiva di giovani leader.
La classe del 2020 di #SDGYoungLeaders sarà annunciata durante l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che si terrà a settembre!
 

Una guida operativa su come lavorare con e per i giovani in campo umanitario durante questa pandemia

La piattaforma Compact for Young People in Humanitarian Action si impegna a rispondere a questa emergenza sanitaria globale. L’obiettivo della piattaforma è proteggere i giovani e gli adolescenti, riconoscendoli come partner preziosi per rispondere efficacemente al COVID-19 e ai suoi effetti percepiti nelle società di tutto il mondo.
Questa piattaforma, che tiene insieme circa 60 diverse organizzazioni, ha lanciato una nuova guida operativa su come lavorare con e per i giovani in campo umanitario durante questa pandemia.
Guarda il video della Delegata per la Gioventù delle Nazioni Unite!
Visita il sito della piattaforma e leggi la Guida!

La Presidente del CNG: “Precari in prima linea: i giovani professionisti dimenticati”

Leggi l’intervento della Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, Maria Cristina Pisani, su ricercaesalute.it
 
“Nell’istantanea di questi due mesi di crisi sanitaria da Covid-19 ci sono categorie di giovani che hanno lavorato in modo straordinario senza mai fermarsi a supporto del Servizio Sanitario: medici, ricercatori, infermieri, operatori socio sanitari, farmacisti.
Queste categorie professionali hanno in comune lo straordinario compito di tutelare la salute di ciascuno di noi ma anche qualcos’altro. Hanno in comune il precariato. Nonostante l’impegno del Governo per stabilizzare 35 mila risorse del comparto salute, il profilo dei giovani che intendono entrare stabilmente in questi settori resta invariato.
Gli ultimi dati ci hanno consegnato un quadro complesso, con il 70% dei giovani medici sottopagati, molti dei quali, peraltro, pagati con fortissimi ritardi. Non solo, tornando sul fronte della stabilità lavorativa, anche in questi mesi, si è fatto ampio ricorso all’uso delle partite Iva in sostituzione di un normale contratto, anche determinato, special modo nei reparti di emergenza-urgenza, dove sarebbe più che mai importante disporre di personale assunto con tutele maggiori. Le collaborazioni libero professionali non garantiscono diritti né, come ovvio, coperture e garanzie economiche previste dalla contrattazione collettiva. Proprio per questi motivi, purtroppo, il mercato offre una grande platea di giovani medici in cerca di lavoro e disposti a tutto, un’ampia platea di alte professionalità a basso costo spesso disposta a lavorare più ore per racimolare una mensilità più alta. Sappiamo ancora che più del 90% dei giovani medici specialisti in chirurgia è alla continua ricerca di opportunità all’estero, per la quasi impossibilità di diventare primo operatore in età giovanile nel nostro Paese.
Lo stesso vale anche per la categoria infermieristica. Sì perché la condizione dei giovani infermieri non è più rassicurante. Una categoria, questa, mortificata da anni di precarietà e false partite Iva, con giovani costretti a doppi o tripli lavori per potersi garantire un futuro.
E ancora, si registrano contratti a tempo determinato di tre o quattro mesi per il 95% dei giovani ricercatori italiani. Come è noto, siamo uno degli ultimi Paesi per investimenti in ricerca e nonostante ciò ad isolare il coronavirus è stata proprio una ricercatrice precaria, italiana, dello Spallanzani.
Come dimenticare, inoltre, la condizione italiana dell’occupazione dei giovani farmacisti ospedalieri, con un alto numero di precari che, nonostante ciò, svolgono funzioni importanti in strutture pubbliche e private, come i giovani dirigenti farmacisti con impiego a tempo determinato. Solo il 58% di questi risulta stabilizzato. Sono precari l’80% dei farmacisti che svolgono attività di sperimentazione clinica e il 60% di quelli che si occupano di farmacovigilanza.
Alla precarietà si aggiunge un tema centrale nella gestione di questa emergenza: la sicurezza sui luoghi di lavoro. La pandemia ha portato alla luce le falle di un sistema che non ha adeguatamente garantito tutele personali. Quasi 17.000 gli operatori contagiati tra cui moltissimi giovani alle prime esperienze lavorative.
Per questo è necessario un investimento sulle giovani generazioni del comparto sanitario, soprattutto per la loro predisposizione alla digitalizzazione. In questa emergenza epidemica si sono sviluppate con estrema velocità tecniche di gestione del paziente a livello digitale, attraverso l’uso della telemedicina e di applicativi e/o device in grado di monitorare e assistere il paziente, oltre che supportare l’operatore sanitario nel suo lavoro. Diventa quindi strategico un approccio propositivo nella stabilizzazione delle generazioni giovani del comparto che non richiedono particolari upgrade formativi e che possono diventare determinanti nell’efficientamento della gestione del Servizio Sanitario Nazionale. Un corretto turnover che oggi, più che mai, significherebbe stabilizzazione e investimento per il futuro.
Anche per questo, è fondamentale sviluppare nuovi approcci formativi capaci di coniugare la formazione universitaria con i nuovi modelli di accesso alla professione condivisi con le altre figure professionali sanitarie che diano maggior spazio ai giovani nell’ottica di una maggiore solidarietà intergenerazionale.
Le attuali istanze di questi giovani professionisti, che contribuiscono concretamente alla crescita del loro settore, evidenziano l’importanza di dare loro stabilità affinché possano essere realmente protagonisti del nostro Sistema Salute.”

Emergenza Covid-19: aggiornamento dati sulla riattivazione dei progetti di servizio civile universale

Ad un mese dalla prima fotografia sullo stato di riattivazione dei progetti di servizio civile universale sospesi a causa dell’emergenza Covid-19, il Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale ha pubblicato un aggiornamento dei dati e alcune riflessioni sulla situazione registrata al 15 maggio.
Sono 27.031 i giovani tornati (o che torneranno a breve) in servizio attivo in 10.236 sedi, con un aumento rispetto al 16 aprile di quasi 3.500 unità. Sono invece 4.276 gli operatori volontari che hanno dovuto temporaneamente interrompere il proprio servizio a fronte dell’impossibilità di proseguire le attività progettuali, mancando le sufficienti condizioni di sicurezza o gli strumenti organizzativi ed operativi necessari a ripartire. Rispetto al 16 aprile, tuttavia, questo dato è diminuito di quasi 1.500 unità in considerazione di riattivazioni avvenute, o comunicate, successivamente.
Segui tutti gli aggiornamenti sul sito del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale.

Consiglio Nazionale dei Giovani
Via Adige, 26 – 00198 Roma
Tel. +39 06 94523417