In questo periodo si sta discutendo molto di pensioni, una tematica che riguarda soprattutto i giovani. Di questo ne parla Maria Cristina Pisani, Presidente del Consiglio Nazionale Giovani, su La Repubblica: “torniamo a proporre con forza una pensione di garanzia per i giovani” (..) D’accordo la sostenibilità finanziaria e l’equilibrio dei conti pubblici. Ma c’è bisogno anche di una sostenibilità sociale per quei giovani che oggi nutrono il sistema con i loro contributi e che in futuro hanno diritto ad un assegno dignitoso”.
Per questo il Cng propone di “coprire a carico dello Stato, con i contributi figurativi, tutti i periodi di formazione – corsi, università, stage, tirocini – e anche di volontariato”. Di “rilanciare la previdenza integrativa, detassandola”. Di “modificare il meccanismo di adeguamento alla speranza di vita”. Di “scongiurare che i periodi di congiuntura negativa possano pregiudicare le pensioni future”. Di coprire “i periodi di scarsa attività lavorativa”. Di “ridurre i vincoli – oggi pari a 1,5 volte e 2,8 volte l’assegno sociale – che penalizzano i redditi più bassi spingendo l’età della pensione oltre i 70 e anche i 75 anni”.
Pisani ricorda inoltre che “i più giovani oggi hanno un reddito medio tra 10 e 20 mila euro annui”. E che “un terzo vive un’elevata discontinuità lavorativa”. È la lotteria dei lavoretti, contrattini, finti stage. Il Recovery porterà una spinta, “noi calcoliamo un impatto di 85 mila occupati giovani in più entro il 2026”. Il punto però “non è solo la quantità di risorse, ma la qualità dei progetti in cui vengono investite che farà la differenza”. Mettere subito in campo “politiche attive mirate per i giovani Neet, inattivi, è una strada da percorrere: anche destinando in modo mirato una parte delle risorse europee di Gol, la Garanzia di occupabilità dei lavoratori”.
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