Giorno: 14 Aprile 2022

Forum diritti umani di Torino

Maria Cristina Pisani intervistata dall’Agenzia Dire sul Forum a Torino

Si è chiuso ieri il Forum sul presente e il futuro della cittadinanza e dell’educazione ai diritti umani in Europa con i giovani, co-organizzato dal Consiglio d’Europa, dal Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale del Governo italiano e il Ministero dell’Istruzione, in collaborazione con il Consiglio Nazionale dei Giovani, Amnesty International e il Comune di Torino.

La Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, Maria Cristina Pisani illustra all’Agenzia Dire l’impegno dei ragazzi e delle ragazze nell’aver condiviso idee e proposte da avanzare ai governi: “Un evento in cui abbiamo condiviso, in presenza, temi importantissimi da cui ripartire: democrazia, uguaglianza, libertà, parità di genere. Un confronto partecipato da cui è emersa la volontà di essere protagonisti attivi del cambiamento“.

Cosa vuol dire oggi per un giovane essere cittadino europeo? “Vuol dire prima di tutto condivisione, consapevolezza e partecipazione al contesto europeo, all’interno del quale i giovani sentono di essere cittadini del proprio Paese ma allo stesso modo cittadini europei – ha spiegato Pisani – L’incontro tra i diversi background culturali e sociali da cui provengono, arricchisce il contesto dell’Unione. Programmi europei per la mobilità giovanile come Erasmus, Europa Creativa e Corpo di Solidarietà Europeo hanno stimolato e facilitato l’acquisizione di competenze e conoscenze e contribuito anche a costruire una comune identità, in un’ottica di reale integrazione europea”.

Oggi i giovani si trovano ad affrontare sfide complesse: dalla crisi economica alla crisi climatica, come incentivarli ad avere una visione più ottimistica del futuro? “Bisogna consentire loro una partecipazione attiva ai processi decisionali. Questa generazione ha vissuto sulla sua pelle diverse crisi, ultime quella sanitaria e ora quella ucraina. Questo contesto, però, determina anche l’opportunità, per i giovani, di ridisegnare le politiche pubbliche e inserirsi in questo contesto economico e sociale in continuo cambiamento. Ma per farlo abbiamo bisogno di individuare strumenti legislativi che favoriscano la partecipazione permanente e attiva dei giovani ai processi decisionali”. Pisani osserva che “l’Italia è il Paese europeo con il protagonismo giovanile più attivo. È la ragione per cui occorre ancora lavorare a una nuova sensibilità istituzionale perché queste richieste spontanee vengano raccolte dalla politica. In alcuni Paesi si è parlato anche di inserire quote per i giovani, come è stato fatto per le quote di genere”.

Estendere il voto agli over 16 può essere la soluzione? “Sarebbe corretto ad esempio per le elezioni amministrative, come accade in diversi Paesi europei: se vogliamo favorire la partecipazione dei giovani non possiamo avere istituzioni in cui l’accesso richiede un’età molto alta. I giovani non solo devono scegliere i loro rappresentanti ma devono anche essere essi stessi rappresentanti di un’intera generazione – afferma Pisani – Aver mantenuto, ad esempio, una fascia anagrafica così alta per essere eletti al Senato scoraggia la partecipazione delle giovani generazioni. L’Italia, insieme alla Grecia, resta infatti il Paese dove i giovani hanno barriere più alte all’ingresso nelle istituzioni. E il paradosso è che nel nostro Paese, a 16 anni si può già lavorare, conseguire un reddito e pagare le imposte ma non si può decidere chi eleggere al Parlamento; a 18 anni si può invece essere eletti sindaco di una città come Roma o Milano, sposarsi, guidare, ma non si può essere deputati o senatori e decidere le regole di convivenza comune. Da sempre ci battiamo affinché le giovani generazioni possano avere un ruolo determinante nella società. Per farlo devono però poter essere presenti anche in quei luoghi in cui vengono definite le sorti del Paese”.

Il Next Generation Eu rappresenta una grande opportunità di rilancio per l’Italia, ma la maggior parte dei fondi dovrà essere restituita. Per i giovani, gli investimenti del Pnrr saranno un’occasione di crescita o ulteriore debito? “Avevamo chiesto al Governo di seguire l’ultima raccomandazione europea di febbraio dello scorso anno e indicare i giovani tra i pilastri del Pnrr, non tra gli obiettivi trasversali, per rendere più individuabili e coordinabili i vari progetti. Tra misure direttamente rivolte agli under 35 e misure che potrebbero incidere sulle nuove generazioni, l’Italia destina ai giovani circa l’8% del Pnrr. Sembra poco, ma è un dato in linea anche con altri Paesi che condividono il nostro tasso di disoccupazione o di Neet. Per questo è stata importante l’istituzione del Comitato per la valutazione dell’impatto generazionale delle politiche pubbliche che ci consentirà di monitorare l’impatto di questi progetti sulle nostre generazioni ed evitare che questo nuovo debito possa ricadere sulle spalle dei più giovani”.

Come intervenire per evitare questo rischio? “C’è il grande tema dell’orientamento, affrontato dal Pnrr. E poi quello dell’occupazione, un tema trasversale nel Pnrr ma affrontato più nel dettaglio nell’ultima Manovra. Dall’indagine che abbiamo come Consiglio Nazionale Giovani promosso per capire come fosse cambiata la condizione dei giovani italiani dopo il Covid – spiega la presidente – è emerso un quadro drammatico, ancora più desolante di quello pre pandemico. La discontinuità e instabilità lavorativa, e in generale il fenomeno della precarizzazione sono destinati ad aumentare alla luce della crisi post pandemica, investendo inevitabilmente la qualità della vita dei giovani. D’altronde, come emerso dall’indagine, nei cinque anni successivi al completamento degli studi i giovani intervistati hanno lavorato in media per tre anni e mezzo, restando invece per un anno e mezzo senza lavoro. Soltanto il 37,2% del campione dispone di un lavoro stabile, mentre il 26% è un giovane ‘precario’ con contratto a termine.

All’interno di questo scenario – prosegue Pisani – non stupisce che un’ampia maggioranza di intervistati indichi di ricevere una retribuzione inferiore a 10mila euro annui e soltanto nel 7,4% dei casi supera i 20mila euro. Bisogna per questo continuare a investire su misure che favoriscano l’emancipazione giovanile partendo da una maggiore offerta occupazionale. E poi dando specificità ai centri per l’impiego. In Germania sono nate agenzie per i giovani che si occupano non solo di incrociare domanda e offerta ma anche di fornire un’assistenza continua. Il quadro non è semplice da affrontare – conclude la presidente del Consiglio Nazionale Giovani – ma in un contesto in cui sfiducia e rassegnazione sembrano dominare, noi proviamo a individuare percorsi di cambiamento. E questo si può fare solo attraverso la speranza che le giovani generazioni possono e devono iniettare nella nostra società”.

Riascolta l’intervista completa.

 

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Intervista di Maria Cristina Pisani a Radio Radicale

Oggi, la Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, Maria Cristina Pisani è stata ospite a Radio Radicale per raccontare i temi trattati al “Forum sul presente e il futuro della cittadinanza e dell’educazione ai diritti umani in Europa con i giovani” che si è tenuto a Torino in questi giorni.

Durante l’intervista sono stati toccati anche altri temi: Ambiente, Amnesty International, Cittadinanza, Comuni, Consiglio d’Europa, Cooperazione, Democrazia, Diritti Umani, Discriminazione, Draghi, Economia, Emergenza, Epidemie, Europa, Geopolitica, Giovani, Globalizzazione, Governo, Guerra, Istruzione, Italia, Ministeri, Nonviolenza, Onu, Pace, Pil, Povertà, Russia, Società, Solidarietà, Sviluppo, Torino, Ucraina, Unione Europea, Violenza.

Ascolta qui l’intervista completa.

 

Forum diritti umani di Torino

Si è concluso il Forum sui diritti umani di Torino

Si è chiuso ieri, a Torino, il “Forum sul presente e il futuro della cittadinanza e dell’educazione ai diritti umani in Europa con i giovani”, co-organizzato dal Consiglio d’Europa, dal Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale del Governo italiano, dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dal Ministero dell’Istruzione, in collaborazione con il Consiglio Nazionale dei Giovani, Amnesty International e il Comune di Torino. L’iniziativa è stata promossa all’interno della Presidenza italiana del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, che ha fatto delle politiche giovanili una delle sue priorità strategiche.

Durante la tre giorni, che ha riunito oltre 500 partecipanti tra esperti, autorità, reti giovanili, organizzazioni per i diritti umani e istituzioni nazionali e regionali per l’educazione formale e non formale, sono state affrontate diverse tematiche legate ai diritti umani, attraverso singoli workshop, al fine di arrivare a una revisione della Carta del Consiglio d’Europa sull’educazione alla cittadinanza democratica e ai diritti umani.

A cinque anni dall’ultima verifica dell’attuazione della Carta, infatti, era necessario formulare un bilancio per poter rispondere alle nuove sfide emerse a seguito della pandemia e del conflitto in Ucraina, e riflettere sul ruolo che le organizzazioni e le reti giovanili devono svolgere a favore di una maggiore coesione e giustizia sociale. 

La revisione si è concentrata sulla valutazione dell’attuazione della Carta e sugli obiettivi stabiliti nel 2017 a seguito della precedente verifica. Questo lavoro ha seguito tre diverse direttive: rafforzare ulteriormente l’attuazione della Carta; sostenere lo sviluppo di obiettivi strategici per i prossimi cinque anni; facilitare lo sviluppo di indicatori/benchmark/priorità nazionali che possano permettere di valutare i progressi raggiunti e guidare ulteriori azioni a livello nazionale e internazionale.

Questi tre giorni di Forum a Torino sono stati importanti per mantenere acceso e vivo il dibattito tra i giovani, sullo sfondo di un’Europa alle prese con la triste realtà che la circonda”, ha commentato Fabiana Dadone, Ministro per le Politiche Giovanili.Le proposte emerse in questi giorni da ragazze e ragazzi provenienti da tanti Paesi saranno sottoposte al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, del quale l’ltalia detiene la Presidenza. Faremo in modo che le conclusioni di Torino costituiscano la base per un dialogo che in Europa metta al centro la persona, i diritti umani, l’uguaglianza e il rispetto dell’altro. Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito all’iniziativa: il Dipartimento per le Politiche Giovanili, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il Ministero dell’istruzione e i nostri partners di Amnesty International, la Città di Torino, il Consiglio Nazionale dei Giovani e il Forum Europeo dei Giovani”, ha concluso il Ministro Dadone.

Il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Luigi Di Maio, aprendo il Forum ha sottolineato: “I giovani rappresentano uno dei pilastri della Presidenza italiana del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa. In tale prospettiva, con questo Forum come con molte altre iniziative promosse dall’Italia, abbiamo voluto mettere le giovani generazioni, le loro proposte, la loro creatività al centro dell’agenda internazionale su temi cruciali per il presente e il futuro delle persone e del Pianeta: azione climatica, transizioni verde e digitale, innovazione tecnologica, diritti umani”.

Il Forum ha imposto un dibattito a 360 gradi sull’educazione ai diritti umani in Europa, in un momento in cui era assolutamente necessario ripensare gli strumenti attraverso i quali assicurare un cambiamento nella nostra società per far sì che i giovani e le organizzazioni giovanili che ne rappresentano le istanze siano realmente protagonisti della trasformazione in atto”, ha dichiarato Maria Cristina Pisani, presidente del Cng. “Se con la revisione della Carta del Consiglio d’Europa è stato fatto un importante passo avanti, ora sarà fondamentale agire affinché la politica nazionale ed europea diano concretezza alle proposte emerse e le priorità rilevate non cadano nel vuoto”.

L’Educazione ai diritti umani è uno strumento vitale per garantire la costruzione di società più inclusive, diversificate e rispettose dei diritti. Ma l’Educazione ai diritti umani è sotto attacco nella nostra regione. Dalle campagne diffamatorie contro gli educatori, alla censura delle discussioni sui diritti Lgbti in un numero crescente di Stati membri del Consiglio d’Europa e alla quasi completa rimozione dell’Educazione ai diritti umani in Bielorussia e Russia. E, naturalmente l’Ucraina, dove l’invasione russa ha avuto un impatto devastante sul settore dell’educazione giovanile. I giovani stanno pagando il prezzo dei fallimenti dei nostri leader. Il Consiglio d’Europa deve considerare queste sfide nella sua revisione dello stato di attuazione della Carta dell’Educazione alla cittadinanza democratica/Educazione ai diritti umani e sostenerne gli standard in maniera rigorosa in modo che i giovani possano avere accesso all’educazione ai diritti umani che richiedono“, ha affermato Stasya Denisova, Coordinatrice regionale di Amnesty International per l’Educazione ai diritti umani.

Consiglio Nazionale dei Giovani
Via Adige, 26 – 00198 Roma
Tel. +39 06 94523417