La “generazione Z” e la casa – Editoriale a cura di Maria Cristina Pisani per Avvenire

Ogni giorno i nostri giovani affrontano il rischio di una sempre maggiore disoccupazione e, spesso, quando trovano lavoro si tratta di un’occupazione di scarsa qualità. La mancanza di una retribuzione dignitosa – o, quanto meno, “sufficiente” – preclude la possibilità di poter concretizzare alcuni fondamentali progetti di vita. Tra questi proprio la possibilità di acquistare o di affittare una casa per sé o per la futura costruzione di un nucleo familiare, una scelta sempre più procrastinata tra i giovani, con una destabilizzazione irreversibile dell’equilibrio demografico del Paese.

I dati del nostro Paese testimoniano, infatti, che in media i giovani riescono a lasciare la casa dei propri genitori solo intorno ai 30 anni rispetto a una media europea di 26,5 anni.

Oltre al tema dell’emancipazione economica, c’è anche quello di un mercato immobiliare caratterizzato – almeno nelle grandi aree urbane – da valori “disallineati” rispetto alle retribuzioni, da una tendenziale crescita dei prezzi nonché da una bassa disponibilità degli istituti bancari a concedere mutui o prestiti in assenza di garanzie certe. Garanzie che si scontrano fattivamente anche con un mercato del lavoro “fluido”, che mira a rifiutare vincoli e sistemi di garanzia ancora non riconosciuti ai lavoratori.

Un nostro studio, condotto con EURES, individua che la difficoltà per i giovani di acquistare una casa – a cui ha cercato di rispondere anche il PNRR – è riscontrabile anche nell’esigua minoranza di quanti hanno provato a chiedere un mutuo (solo uno su dieci), che è stato respinto in circa un terzo dei casi per mancanza delle condizioni necessarie a potervi accedere. Dall’indagine risulta che ben quattro giovani su dieci vivono con i genitori, quattro vivono in affitto e solo uno su dieci risulta proprietario di una casa.

Per questi motivi, il Consiglio Nazionale dei Giovani ha avanzato – sin dal periodo di crisi pandemica – la proposta di un Fondo per gli affitti da destinare a giovani con Isee medio-bassi, una proposta parzialmente attuata con la “detrazione affitto giovani” introdotta dalla legge di bilancio 2022. Parzialmente, poiché la nostra proposta intende ampliare l’età dei beneficiari sino ai 36 anni e aumentare il tetto Isee condizionale alla domanda di accesso (attualmente pari a 15.493,71 euro). Anche in Spagna è stata adottata la misura del bonus affitti, con 250 euro al mese per i giovani sino ai 35 anni e con un reddito annuale di 24 mila euro, dunque con una soglia reddituale maggiore rispetto a quella della proposta italiana, sebbene il reddito mediano dei giovani spagnoli sia persino minore di quello italiano.

Riteniamo quindi cruciale un tale sforzo, affinché i giovani possano essere sgravati dalle spese dell’abitazione, incentivati verso un percorso di vita autonoma e alleviati nella pianificazione di un progetto di vita familiare, per sostenere la scelta della genitorialità e per la costruzione di una loro più solida emancipazione.

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