Occupazione, i giovani sono sempre meno disposti ai sacrifici? Maria Cristina Pisani (Cng): «Falso, la maggior parte accetta lavori sottopagati»

La presidente del Consiglio nazionale dei Giovani smonta il mito dei ragazzi che preferiscono restare a casa, sul divano, con il reddito di cittadinanza: «Una narrazione che non corrisponde al reale, ma contribuisce a creare sfiducia».

Secondo l’analisi del Cng, il 37,5% dei ragazzi è andato incontro a un’ingiustizia economica in ambito lavorativo, venendo pagato meno di quanto pattuito. Il 32,5% dei giovani intervistati, poi, ha lamentato di non essere stato pagato almeno in un’occasione in seguito al lavoro svolto. C’è un’assenza di garanzie e tutele che, come effetto, va ad alimentare la sfiducia nei giovani che si affacciano al mercato del lavoro.

Pisani, poi, mette in evidenza il tema del mismatch tra competenze acquisite e offerte di lavoro: «Questa generazione è quella che ha avuto il più ampio accesso ai gradi di istruzione. È logico che un giovane che è più preparato rispetto al genitore ambisca ad avere occupazioni in linea con i suoi studi e proporzionate nella paga. Ecco, se c’è un fondo di verità riguardo al vantaggio competitivo degli over 50, lo individuiamo qui: i giovani, avendo avuto un diverso approccio all’istruzione rispetto alle precedenti generazioni, nutrono aspettative più alte. Invece, l’Italia è un Paese che ha visto fermarsi il suo ascensore sociale». Sul reddito di cittadinanza, la posizione del Cng è abbastanza critica: «Le misure di sostegno alla povertà sono necessarie, ma la risposta forse va indirizzata verso altri tipi di interventi. Formazione, orientamento, riduzione del cuneo fiscale, sistema Paese più aperto agli investimenti», elenca Pisani.

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