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ISTAT. LA PRESIDENTE DEL CNG PISANI: GIOVANI NON POSSONO PAGARE SEMPRE PREZZO PIÙ ALTO. Articoli di stampa

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DIRE
ISTAT. PISANI (CNG): GIOVANI NON POSSONO PAGARE SEMPRE PREZZO PIÙ ALTO 
(DIRE) Roma, 3 lug. – “Le giovani generazioni non possono pagare ancora il prezzo piu’ alto di ogni crisi. I dati diffusi, in questi giorni, dall’Istat sulla disoccupazione giovanile fotografano una situazione drammatica con un aumento sempre piu’ preoccupante dei giovani inattivi dopo il lockdown. E il quadro peggiora per i giovani che gia’ prima dell’emergenza sanitaria non avevano un lavoro e che, ancora oggi, non riescono a intravedere prospettive per la loro realizzazione, a dimostrazione del fatto che ancora una volta dovranno subire le conseguenze peggiori della crisi socio-economica in corso. Per questo, sono necessarie azioni e strategie per invertire la tendenza e garantire prospettive sostenibili promuovendo la loro formazione professionale, lo sviluppo e la valorizzazione delle loro capacita’ e competenze anche imprenditoriali”. Cosi’ Maria Cristina Rosaria Pisani, Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani. “Sono certamente da apprezzare- ha aggiunto Pisani- le recenti decisioni assunte dalla Commissione europea che con il pacchetto ’Bridge to jobs’ incrementa Garanzia Giovani estendendo il programma anche alle fasce di giovani maggiormente a rischio di esclusione sociale. Tuttavia, riteniamo ancora frammentarie le misure introdotte sino ad oggi per contrastare il divario generazionale. C’e’ bisogno di una strategia condivisa che abbia efficacia gia’ nel breve e medio periodo. Occorrono interventi strutturali e non legati soltanto all’emergenza in corso”.
(Vid/ Dire)

 


IMG PRESS (ISTAT. Pisani (CNG): Giovani non possono pagare sempre il prezzo più alto di ogni crisi)

 


ADNKRONOS
LAVORO: PISANI (CNG), ’GIOVANI NON POSSONO PAGARE SEMPRE PREZZO PIU’ ALTO CRISI’ = 
Roma, 3 lug. (Adnkronos) – ’Le giovani generazioni non possono pagare ancora il prezzo più alto di ogni crisi. I dati diffusi, in questi giorni, dall’Istat sulla disoccupazione giovanile fotografano una situazione drammatica con un aumento sempre più preoccupante dei giovani inattivi dopo il lockdown. E il quadro peggiora per i giovani che già prima dell’emergenza sanitaria non avevano un lavoro e che, ancora oggi, non riescono a intravedere prospettive per la loro realizzazione, a dimostrazione del fatto che ancora una volta dovranno subire le conseguenze peggiori della crisi socio-economica in corso. Per questo, sono necessarie azioni e strategie per invertire la tendenza e garantire prospettive sostenibili promuovendo la loro formazione professionale, lo sviluppo e la valorizzazione delle loro capacità e competenze anche imprenditoriali’. Così Maria Cristina Rosaria Pisani, presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani. Sono certamente da apprezzare – ha aggiunto Pisani – le recenti decisioni assunte dalla Commissione europea che con il pacchetto ’Bridge to jobs’ incrementa Garanzia Giovani estendendo il programma
anche alle fasce di giovani maggiormente a rischio di esclusione sociale. Tuttavia, riteniamo ancora frammentarie le misure introdotte sino ad oggi per contrastare il divario generazionale. C’è bisogno di una strategia condivisa che abbia efficacia già nel breve e medio periodo. Occorrono interventi strutturali e non legati soltanto all’emergenza in corso’.

Disoccupazione e sfiducia: presentato report ‘Next Generation Italy’

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“In Italia ogni 350 euro spesi in pensioni un euro viene speso in educazione. I giovani in Italia fanno fatica a lavorare ed emanciparsi, infatti il 54% vivrebbe o ha già vissuto all’estero, scelta dettata dalla ricerca di un buon lavoro e dalla volontà di non vivere più coi genitori, condizione quest’ultima che accomuna il 56% dei giovani italiani della fascia 18-34 anni. È uno dei tassi più alti d’Europa.
Ricchezza privata e spesa pubblica riflettono quindi lo squilibrio di potere che caratterizza il rapporto tra le generazioni in Italia sebbene i giovani sembrerebbero esserne poco consapevoli. ‘Se non ci mobilitiamo contro le generazioni anziane è perché è più facile andare via’, ci ha detto Bianca, 20 anni, durante uno dei nostri focus group. Ci troviamo quindi con 600.000 laureati italiani che scelgono l’estero, soprattutto dalla Lombardia e verso Londra. Se questo è il quadro, quali prospettive per i giovani in Italia nel post-Covid?”.
Sono, questi, solo alcuni dei dati proposti da Lorenzo Newman, direttore e co-fondatore di ‘Learn More’, durante l’evento ‘Restare o Partire?’. Di conflitto intergenerazionale e politiche per i giovani al tempo dell’emergenza socio-economica connessa alla pandemia hanno dibattuto in diretta streaming le parlamentari rispettivamente PD e FI Lia Quartapelle e Deborah Bergamini e Giulio Saputo, coordinatore assemblea del Consiglio Nazionale Giovani (CNG), in occasione della presentazione in anteprima del report ‘Next Generation Italy’, realizzato da Learn More e Quorum per il British Council.
L’evento ‘Partire o Restare?’, moderato dal vicedirettore di Fanpage Francesco Cancellato, ha messo al centro della discussione le risultanze di questo report che nel 2019 ha coinvolto 2015 giovani in interviste, sondaggi e focus group con l’obiettivo di raccogliere dati per esplorare i bisogni, le potenzialità e le aspirazioni dei giovani e, quindi, porre le basi per un più soddisfacente impianto di politiche giovanili.
Per Lia Quartapelle le risposte stanno sì nella politica e nelle istituzioni ma anche nella partecipazione dei giovani:

“Abbiamo bisogno di persone che chiedono alla politica, noi aspettiamo da tanto questa spinta. Il PD è un partito contendibile, se hai voglia di fare c’è chi ti spinge. Ma più di tutto abbiamo bisogno di ragazzi che facciano cose difficili perché cambiare questo paese è difficile”.“Abbiamo vissuto collettivamente una esperienza dura, di privazione della libertà, che in pochi avevano sperimentato prima di noi- ha proseguito la parlamentare dem- e questa esperienza ha dato ai nostri giovani strumenti di maturità e crescita senza precedenti”. “Il piano europeo per la ripresa- ha concluso- è una grande opportunità per l’Italia. Se sappiamo affrontare bene questa sfida e spendere in istruzione, occupazione e aree interne, i ragazzi che hanno sofferto di più in questo periodo avranno, rispetto ai coetanei della crisi del 2008, più risorse e più risposte”.

D’accordo la collega FI Deborah Bergamini:

“La politica deve fare in modo che i giovani italiani non si trovino spaventati di fronte alla complessità perché quando ci si spaventa ci si immobilizza. La complessità è ricchezza e sfida- prosegue la deputata forzista che poi indica, a suo avviso- le misure necessarie: maggiore flessibilità del mercato del lavoro, detassazione delle assunzioni degli under 35, sburocratizzazione delle start-up e delle pmi in campo digitale, creativo o agricolo, investimento in competenze per aiutare i giovani del sud. Personalmente dico no al reddito di cittadinanza perché è come una paghetta mensile che dice al giovane stai buono e non disturbare”. Al contrario serve “aumentare la libertà di agire dei giovani e far sì che vengano prima di tutto nell’agenda nazionale”.

Proposte che fanno il paio con quelle di Giulio Saputo del CNG, secondo il quale è necessario inaugurare una nuova stagione di

“lotta al lavoro gratis e ai salari bassi, per stage retribuiti degnamente e indennità per tirocinanti come in altri paesi. E basta a dottorati senza borsa. I giovani, in qualunque epoca, sanno trovare sbocchi ma il problema è che le leve del potere non sono in mano a loro, quindi le leve del cambiamento deve attuarle chi attualmente ha potere. I giovani sono una minoranza su cui si scarica continuamente il peso dell’amministrazione dell’esistente. Se i costi della crisi ricadono sempre su giovani è difficile chiedere di avere fiducia”.

I giovani italiani, rileva l’OCSE, entrano nel mercato del lavoro intorno ai 25 anni. L’idea che emerge dal report ‘Next Generation Italy’ è che l’ottimismo dei giovani si spegne non appena si confrontano col mercato del lavoro. Ad esempio, se si chiede ai ragazzi cos’è più importante per ottenere un lavoro in linea con le proprie aspettative, fintanto che hanno tra i 18 e i 22 anni rispondono per il 30% che è importante l’istruzione mentre solo il 14% considera la raccomandazione; invece, nella fascia d’età 27-30 anni solo il 23% insiste sull’istruzione mentre il 19% risponde che è importante farsi raccomandare.

“Ma invertire rotta si può- prosegue Saputo che insieme alla Quartapelle e al neonato movimento per la parità intergenerazionale ‘AssembraMenti’ ha accolto la proposta di convocare degli ‘Stati generali dei giovani’, aderendo alla sollecitazione lanciata in un editoriale dal professore Alessandro Rosina. “Sul piano europeo- argomenta Saputo- bisogna trovare risorse per le politiche per i giovani perché l’Europa del futuro non può penalizzarli ancora”. Sul piano nazionale, invece, Saputo parafrasa una intuizione che fu formulata in principio da ‘Figli Costituenti’: “Costruiamo un patto generazionale. Come? Ad esempio, introducendo l’obbligo di valutazione dell’impatto generazionale per ogni legge o provvedimento pubblico. Si vuole fare nuovo debito pubblico? Bene, ma prima chiediamoci come inficerà sul futuro delle nuove generazioni e poi facciamolo, ma solo se di fronte abbiamo un progetto di politica strutturale”.

Stati Generali, la presidente del CNG Pisani: “Bisogna coinvolgere i giovani nella ripresa dell’Italia e dell’Europa”

Leggi l’intervista della Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, Maria Cristina Pisani su Euractiv.it.
Riforme strutturali e attenzione alle nuove generazioni in Italia. Apertura di un nuovo processo costituente, che coinvolga i giovani, a livello europeo. Queste le ricette presentate dal Consiglio nazionale dei giovani (CNG) al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in occasione degli Stati Generali dell’Economia.
Il Consiglio nazionale dei giovani, l’organo consultivo che raccoglie le principali associazioni giovanili italiane, ha partecipato alle consultazioni organizzate dal governo italiano in occasione degli Stati Generali dell’Economia, provando così a dar voce alle necessità dei giovani italiani.
“Le conseguenze di questa crisi saranno devastanti per le giovani generazioni. Tuttavia il momento che stiamo vivendo rappresenta un’occasione storica per consentire ai giovani di partecipare in modo pieno e diretto alla ricostruzione del Paese. Abbiamo rappresentato al presidente del Consiglio Giuseppe Conte la necessità di un confronto strutturato attraverso un processo sistematico di ascolto dei giovani che dovranno farsi carico del peso economico delle misure messe in atto. La scommessa che insieme siamo chiamati a vincere è quella di costruire le basi per lo sviluppo del nostro Paese, che non può non passare dal coinvolgimento di chi dovrà governarlo e abitarlo”. Così la presidente del Consiglio nazionale dei giovani, Maria Cristina Pisani, agli Stati Generali dell’Economia a Villa Doria Pamphilij.
“Per questo abbiamo chiesto – ha proseguito Pisani – un intervento legislativo organico sulle politiche per le giovani generazioni anche perché a causa dell’ennesima crisi una nuova ondata di under 35 è pronta a emigrare. Abbiamo chiesto di liberare nuove energie contrastando le rendite esistenti per impedire che molti di loro cumulino pensioni da fame, conseguenza di carriere discontinue, part time involontari e salari bassissimi. Abbiamo chiesto nuove politiche economiche anche perché rispetto alle generazioni di trent’anni fa i redditi dei giovani si sono ridotti del trenta per cento. Abbiamo chiesto investimenti materiali ed immateriali per limitare i fenomeni migratori di giovani dalle aree interne e dal Mezzogiorno del Paese. E abbiamo evidenziato alcune linee di intervento: valorizzare i tanti giovani italiani emigrati all’estero che non sono stati adeguatamente sostenuti in questi anni e che avrebbero tutte le capacità di contribuire al rilancio dell’Italia; definire un nuovo patto sociale per le giovani generazioni rafforzando strumenti di lotta alla precarietà, favorendo un nuovo confronto sulla pensione di garanzia per i giovani; sostenere la digitalizzazione e l’innovazione dei processi educativi e lavorativi; investire nella formazione e nell’orientamento; istituire un obbligo di valutazione dell’impatto generazionale per ogni legge e provvedimento pubblico.”
Oltre alle riforme da attuare in Italia, i rappresentanti del CNG si sono espressi anche in merito alla situazione politica europea. I governi nazionali stanno discutendo un piano di rilancio, proposto dalla Commissione europea, rivolto proprio alle prossime generazioni – Next Generation EU. Per i ragazzi del CNG il futuro dei giovani italiani è strettamente legato a quello dei giovani europei, così come il futuro dell’Italia e dell’Europa sono interconnessi. Ecco perché una riforma che rafforzi le istituzioni europee, rendendole più capaci di rispondere alle necessità dei cittadini di oggi e di domani è vista come prioritaria.
“Gli ultimi anni – continua la presidente Pisani – hanno messo a dura prova la tenuta dell’Unione Europea (dalla Brexit alla pandemia) e da più Stati membri si è alzata la voce per chiedere di comprendere come si possa costruire una unione più attenta ai cittadini. Come giovani europei, chiediamo quindi al governo che si faccia promotore e rilanci concretamente il processo costituente legato alla Conferenza sul futuro dell’Europa, coinvolgendo anche e soprattutto i giovani nei momenti partecipativi e di ascolto, così da poter attuare e legittimare al meglio i cambiamenti politico-istituzionali necessari alla garanzia della tenuta e della resilienza dell’Unione.”
“La crisi attuale ci ha dolorosamente insegnato che le scelte politiche dovranno d’ora in poi essere lungimiranti e che è più utile progettare il futuro piuttosto che subirne l’impatto. Quello che chiediamo è un’Italia dei redditi e non delle rendite, un’Italia della cooperazione e non della contrarietà, un’Italia delle opportunità per milioni di giovani”. Ha concluso la presidente Pisani.
 

Per la prima volta i giovani ascoltati dal governo. Parla la Presidente del CNG Pisani su Linkiesta

Dopo l’incontro con Conte a Villa Pamphilj parla Maria Cristina Pisani, Presidente del Consiglio Nazionale Giovani su Linkiesta.it
Tanti i temi messi sul tavolo degli Stati generali voluti da Conte per rilanciare l’economia italiana post Coronavirus. Tra i nodi ancora da sciogliere c’è sicuramente la questione generazionale ed il carico che graverà sui giovani nei prossimi anni. Formazione, accesso al lavoro e debito pubblico pesano già su una generazione che non ha ancora la possibilità di contribuire, in prima persona, a reinventare (così ha detto il premier) l’Italia. In questo dialogo Maria Cristina Pisani, Presidente Consiglio Nazionale Giovani, indica temi e strategie per modernizzare il Paese.
Lei ha partecipato come Presidente del Consiglio dei Giovani, quale organo consultivo cui è demandata la rappresentanza dei giovani nella interlocuzione con le Istituzioni, agli Stati generali dell’Economia su invito del Presidente del Consiglio Conte. Com’è andata?
E’ stato un lunghissimo e proficuo confronto, durato due ore, alla presenza non soltanto del Presidente del Consiglio ma anche di molti Ministri. E’ stata un’occasione importante per definire insieme misure che possano permettere una ripresa più rapida, strutturale e strategica anche nell’interesse delle giovani generazioni che, da tempo, soffrono di un grave deficit di rappresentanza.
Se è vero che il costo sociale diretto, di questa crisi sanitaria è la mortalità che ha colpito in primo luogo gli anziani, soprattutto in Italia, il costo indiretto maggiore sarà a carico dei giovani, anche a causa dell’ulteriore e inevitabile aumento del nostro debito pubblico?
Com’è noto, l’emissione di debito pubblico sposta l’onere fiscale sulle generazioni future. Tutto ciò pone dinanzi ai nostri occhi un urgente problema di sostenibilità e equità intergenerazionale. Per questo abbiamo chiesto di istituire un tavolo di lavoro permanente per garantire in modo stabile e continuativo forme e modalità di partecipazione e di rappresentanza dei più giovani ai processi decisionali, per riconoscere a livello istituzionale la centralità delle istanze del mondo giovanile e per favorire l’assunzione di responsabilità da parte dei giovani. Allo stesso modo abbiamo chiesto che venga istituito un quadro di riferimento legislativo nazionale per evitare la frammentarietà delle iniziative, attraverso un’azione chiara ed efficace di governance delle istanze giovanili. In Europa alcuni Stati hanno messo in campo atti normativi specifici sul tema; altri dispongono di piani di azione strategici o di nuovi obblighi di consultazione dei giovani; altri ancora sviluppano pratiche orizzontali, ad esempio attraverso riunioni interministeriali. Chiediamo coraggio e audacia, la capacità di comprendere i bisogni reali e di disegnare nuovi strumenti e modalità per soddisfarli. I dati statistici con cui ci confrontiamo ogni giorno sono importanti ma dietro quei numeri ci sono vite e passioni.
Questa generazione, sta pagando i costi di tre crisi che si sono susseguite: quella globale del 2008, quella italiana ed europea del 2012 e infine quella odierna causata dalla pandemia da Covid-19, con quali strumenti i giovani italiani potranno affrontare le difficoltà che hanno già incontrato, prima della pandemia?
 Crisi che hanno messo in discussione sogni, sicurezze e relazioni e che continuano a creare barriere di ogni tipo. Dapprima nell’accesso alla formazione, in particolare terziaria: i dati più recenti ci mostrano un preoccupante calo delle immatricolazioni all’università, in controtendenza rispetto al resto del mondo occidentale, a causa di una difficoltà economica delle famiglie. E’ evidente che la questione affonda le radici in nostre debolezze storiche: un’istruzione distante dal mondo del lavoro, scarsi investimenti in formazione e ricerca; un sistema imprenditoriale ancorato a modelli produttivi poco innovativi e incapace di assorbire nuove competenze. C’è quindi bisogno di una risposta strutturale che riformi in profondità queste realtà. Ogni anno in Italia vengono spesi miliardi di euro in migliaia di programmi di formazione della cui effettiva efficacia non abbiamo alcun riscontro e nei quali viene privilegiata la logica dell’aula piena piuttosto che dei risultati occupazionali.
Eppure l’ultima memoria presentata dall’Istat raffigura uno scenario preoccupante per i giovani, dal momento che, a causa della pandemia da coronavirus, la disoccupazione, sia in percentuale che in valori assoluti, registra un numero molto più significativo tra i giovani lavoratori anche nel confronto con altre fasce d’età.
E l’inevitabile calo dell’occupazione avrà come conseguenza diretta la riduzione dei redditi.  Nonostante gli sforzi condotti negli ultimi anni per contrastare il fenomeno, il tasso di disoccupazione giovanile si attesta ancora su livelli altissimi, accompagnato da un dato ancora più preoccupante: quello dei giovani non occupati e non in istruzione e formazione. In tutti questi casi l’indipendenza non è una scelta. La casa dei genitori diviene l’unico approdo. Parliamo di 7 milioni di giovani italiani fra i 18 e i 34 anni di età, di oltre il 67 per cento di questa generazione. Abbiamo chiesto, per questo, non semplicemente di potenziare ma riorientare parte dei nostri servizi per l’impiego interamente sulla priorità giovanile con sportelli dedicati a diverse attività che partano dall’orientamento già alle scuole medie ma che offrano anche supporto sociale e psicologico, consentendo di accompagnare un giovane in tutto il suo percorso. Di questo hanno bisogno i giovani di oggi: di non essere lasciati soli. Ed è essenziale muoversi in tal senso anche per affrontare, nell’immediato, il rapido calo occupazionale causato dalla pandemia. Per questo abbiamo chiesto di rafforzare ogni strumento di contrasto alla precarietà in luogo di contratti con garanzie e tutele mediante incentivi alla stabilizzazione con l’obiettivo anche di scoraggiare il drammatico ricorso a collaborazioni, prestazioni occasionali o peggio ancora, all’utilizzo di false partite Iva. Allo stesso tempo, abbiamo sottolineato l’urgenza della ripresa del confronto relativamente ai profili della pensione di garanzia per i giovani, perché, di questo passo, molti di loro cumuleranno pensioni da fame a causa di carriere discontinue, part time involontari e salari bassissimi.
Non pensa che la digitalizzazione dei processi educativi e lavorativi sarà una sfida da vincere per le future generazioni?
Certo. All’Italia manca una dorsale digitale che possa interconnettere il mondo italiano dell’educazione e dell’impresa. E’ una rivoluzione ambiziosa, che gioverebbe in termini di riequilibrio socio-economico e che permetterebbe a tutti di poter rilanciare le proprie economie attraverso le tecnologie abilitanti, oltre che di veder garantito il diritto allo studio anche nelle aree rurali più remote del paese. Digitalizzazione che permetterebbe di trainare con sè l’economia delle future generazioni grazie a una maggiore eco-sostenibilità, ad una valorizzazione della cultura, ad una formazione specifica e ad un investimento innovativo sul patrimonio artistico.
La crisi attuale ci insegna quindi che le scelte politiche dovranno d’ora in poi tornare ad essere lungimiranti, a progettare il futuro piuttosto che a subirne l’impatto. In che modo secondo lei?
Abbiamo rappresentato al Presidente del Consiglio che soltanto sporadicamente, in Italia, vengono effettuate ricerche che ci avvertono di tendenze che il legislatore dovrebbe indirizzare e questo non ci consente di avere una visione d’insieme che permetta strategie di lungo periodo per i giovani. Più spesso accade che siano eventi drammatici, come l’attuale crisi, ad accendere brevemente i riflettori sulle giovani generazioni, generando tuttavia proposte settoriali che rischiano di mancare dell’organicità necessaria alla soluzione di problemi complessi. Per questi motivi, considerando i costi sociali che già̀ sono costretti a sostenere, abbiamo proposto un piano strategico pluriennale di intervento per i giovani e l’istituzione dell’obbligo della valutazione dell’impatto generazionale per ogni legge per ogni provvedimento pubblico al fine di  individuare in dettaglio gli obiettivi attesi in termini di sostenibilità̀ ed equità̀ intergenerazionale, anche nel medio e lungo periodo e di valutare gli effetti prodotti dalle politiche pubbliche intraprese sulla condizione sociale ed economica dei giovani.

La società civile si mobilita contro i tagli all’Erasmus. L’intervista alla Presidente del CNG su Euractiv.it

Leggi l’intervista della Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, Maria Cristina Pisani su Euractiv.it
Mentre si discute del Recovery Fund proposto dalla Commissione Europea, una serie di forze della società civile hanno cominciato a denunciare delle contraddizioni tra i piani della Commissione e il piano presentato.
I governi degli Stati membri hanno infatti, fin da quando sono iniziate le trattative per la definizione del nuovo Quadro Finanziario Pluriennale (QFP), cercato di ridurre i contributi nazionali al bilancio europeo; inoltre la Brexit ha causato un’inevitabile e cospicua diminuzione della quota nominale del bilancio a disposizione dell’UE. Per trovare un accordo, che si ricorda deve essere unanime in seno al Consiglio, la Commissione è stata obbligata a compromessi al ribasso. Ecco dunque spiegato il motivo per cui al momento, i fondi previsti per programmi fondamentali come Erasmus+, Corpi Europei di Solidarietà ed Europa Creativa potrebbero essere tagliati nel prossimo bilancio.
Il primo a suonare l’allarme era stato il Presidente del Movimento Europeo in Italia, Pier Virgilio Dastoli, che già il 29 maggio scorso aveva denunciato con forza la riduzione del bilancio europeo per questi programmi, così come previsto nella proposta del Presidente del Consiglio europeo Charles Michel, il 26 febbraio 2020.
Il Movimento Europeo si è dunque appellato “alle organizzazioni giovanili, al mondo della cultura e, più in generale, alle organizzazioni rappresentative della società civile affinché si oppongano con determinazione a questi tagli.” Il Presidente Dastoli chiede infatti di “sollecitare il Parlamento europeo ad emendare la proposta del Consiglio europeo, accettata dalla Commissione, nei settori in cui i tagli di bilancio rischiano di mettere in discussione l’efficacia e il dinamismo delle politiche comuni.”
Sulla questione si è espresso prontamente anche il Consiglio Nazionale dei Giovani (CNG)Il delegato alla Cooperazione Europea e alla Mobilità Internazionale, Vittorio Gattari, ha manifestato disappunto per il preoccupante taglio da quasi 6 miliardi di euro, “per progetti europei di fondamentale importanza per le giovani generazioni, quali Erasmus+ e Corpo Europeo di Solidarietà.”
“Nell’ultimo anno ci eravamo già espressi, insieme ai Consigli Nazionali della Gioventù degli altri Paesi, a favore di un considerevole aumento di tali fondi poiché i programmi europei per la mobilità giovanile stimolano e facilitano non solo l’acquisizione di competenze e conoscenze e l’inclusione sociale dei giovani ma contribuiscono anche a costruire una comune identità e una reale integrazione europea. Per quanto il piano Next Generation Eu lanciato dalla Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen sia ambizioso, non condividiamo le ragioni di una riduzione dei finanziamenti per programmi che hanno garantito, sino ad oggi, ottimi risultati.
Allo stesso modo, pur essendo lieti che la Commissione Europea abbia accolto la richiesta di aumentare gli stanziamenti per l’occupazione giovanile nell’ambito del Fondo sociale europeo Plus (FSE +), permangono tuttavia dubbi sulla dotazione complessiva del FSE + che sembrerebbe diminuita rispetto alla proposta del 2018. Altresì la destinazione dei fondi per l’occupazione giovanile nel FSE + sembrerebbe rimanere al di sotto degli 8,8 miliardi di euro nell’attuale bilancio dell’UE. Per questo abbiamo scritto al Ministro per gli Affari europei Vincenzo Amendola, perché crediamo che nella cruciale fase di negoziazioni delle prossime settimane, questi investimenti debbano essere rimessi al centro della discussione reintroducendo nuovamente le risorse stimate prima dell’emergenza sanitaria. Se c’è una generazione che rischia di pagare maggiormente la crisi economica in corso è proprio quella degli studenti e giovani lavoratori”. Così la Presidente del CNG, Maria Cristina Pisani.
Anche la Fondazione garagErasmus respinge la proposta della Commissione Europea di tagliare i fondi per il programma Erasmus+ (5,4 miliardi di euro in meno) rispetto alla proposta del 2018. Secondo la Project Manager, Valentina Presa, infatti, “questa riduzione potrebbe non solo frenare la ripresa economica a breve termine, ma anche avere effetti devastanti per il progetto europeo a medio e lungo termine: un’intera generazione potrebbe perdere un’opportunità unica sia in termini economici (favorire la libera circolazione degli studenti e dei futuri lavoratori più qualificati e con una mentalità internazionale) che politici (promuovere un sentimento europeo grazie alle esperienze interculturali).D’altra parte, il taglio dei fondi per l’istruzione e la cultura non deve essere un’opzione, soprattutto se l’UE vuole investire nel capitale umano: le promesse del Recovery Fund non sono in linea con i tagli ai programmi di mobilità come Erasmus+, Corpo Europeo di Solidarietà e Europa Creativa, soprattutto in settori particolarmente dipendenti dai finanziamenti pubblici come l’istruzione e la cultura.  I giovani non dovrebbero pagare, ancora una volta, tutti i costi della crisi economica, e le autorità europee e nazionali dovrebbero rispondere alle loro specifiche esigenze utilizzando gli strumenti adeguati.”
Anche garagErasums compare allora tra i sostenitori della petizione promossa dalla fondazione Erasmo in cui si richiede (i) che il Parlamento Europeo riporti il budget complessivo dei tre programmi UE alla proposta del  2018; (ii) che la  Commissione Europea e Consiglio Europeo accettino la proposta, contribuendo ad un accordo sulla nuova programmazione UE 2021/2027; (iii) che i fondi ripristinati sui tre programmi siano destinati a progetti speciali che sviluppino iniziative utili ad affrontare eventuali, nuovi momenti di crisi sociali; (iv) che le Istituzioni europee sostengano programmi e politiche pubbliche che promuovano la libera mobilità per persone, merci, competenze come elemento qualificante dell’UE; (v)che le Istituzioni europee sostengano tutte le iniziative pubbliche e private finalizzate a formazione e valorizzazione del capitale umano, in particolare quello giovanile.
Il futuro dell’Europa dovrebbe essere orientato alle nuove generazioni e la società civile sta dimostrando che le contraddizioni in merito non saranno più bene accette.

Consiglio Nazionale dei Giovani
Via Adige, 26 – 00198 Roma
Tel. +39 06 94523417