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“Il momento delle risorse aggiuntive è adesso”. Intervento della Presidente Maria Cristina Pisani su Avvenire.it

Caro direttore,
nelle settimane più difficili della pandemia abbiamo tutti apprezzato lo straordinario impegno di migliaia di giovani volontari e riconosciuto il valore inestimabile del Servizio civile quale strumento a supporto del Paese. È indispensabile che questa esperienza diventi un’opportunità per tutti noi: la crisi che ancora stiamo vivendo ci ha dimostrato quanto l’impegno dei giovani possa essere strumento di coesione sociale e quanto sia importante il ruolo dello Stato nel rimuovere gli ostacoli alla partecipazione dei giovani alla vita del Paese. Con la ‘Strategia Europa 2020’ la Commissione europea, in ambito educativo, prevedeva nel 2010 due obiettivi da raggiungere entro quest’anno: ridurre l’abbandono scolastico e aumentare la percentuale di laureati.
Nonostante negli altri Paesi europei si stiano raggiungendo simili risultati, l’Italia presenta ancora un gap rilevante accompagnato da un dato ancora più preoccupante: 2 milioni di ragazzi tra i 15 e i 19 anni non occupati né inseriti in un percorso formativo. Il loro coinvolgimento nei progetti di Servizio Civile Universale (Scu) può essere un’occasione di formazione, inclusione sociale e accesso al mondo del lavoro. Indicatori ufficiali ci dicono, infatti, che un percorso di riscatto possibile c’è, ma per crearlo occorre un cambio di atteggiamento, un’attenzione ai talenti, un investimento nelle competenze e un sostegno efficace all’intraprendenza. C’è bisogno non più semplicemente di un ‘patto generazionale’ ma di un nuovo ‘patto sociale’ che ridia spazio e definisca una nuova prospettiva per i giovani nella società. In tal senso, il Servizio civile ha avuto un ruolo determinante nel valorizzare un rinnovato senso di fiducia, di responsabilità, di interesse del bene comune.
Eppure, nonostante in molti abbiano riconosciuto l’utilità del Servizio civile, il testo del Decreto Rilancio licenziato dal Senato prevede, a seguito dell’approvazione in Commissione Bilancio della Camera di un subemendamento, soltanto 1 milione di euro aggiuntivo. Insomma: pur avendo il Governo auspicato l’aumento della dotazione da parte del Parlamento e pur avendo inserito il «potenziamento del Servizio Civile Universale » anche nel programma presentato agli Stati Generali dell’Economia con un incremento nel Piano Colao del budget per i prossimi tre anni, oggi i fondi disponibili sono sufficienti a garantire l’avvio al servizio di appena 37mila volontari, ai quali si sommano i fondi Garanzia Giovani utili, si stima, per l’avvio di altri 10mila volontari. Ma i continui ricalcoli dei finanziamenti evidenziano uno scenario ben lontano da quello auspicato di una progressiva stabilizzazione delle risorse per l’avvio di un contingente annuo sempre più cospicuo. In questi anni, è purtroppo emersa in molte forme, occasioni ed esperienze la tendenza a fuggire dalla ricerca di un modo e un mondo attivamente all’insegna ‘noi’.
E questo non solo in Italia, ma anche in Europa. È esploso un senso di ‘non appartenenza’ che ha alimentato una sfiducia radicale nel potersi sentire ‘parte di’ qualcosa che ora tanti sentono come indefinito, di cui non conoscono contorni e orizzonti, senso, valore. Per invertire questa tendenza, è indispensabile aprire una nuova fase con azioni che sviluppino una coscienza di appartenenza, incrementino il senso civico, valorizzino il capitale umano giovanile, stimolino e generalizzino l’acquisizione indispensabile delle competenze necessarie per ‘essere parte’ di un qualunque processo decisionale, creino le condizioni affinché le giovani generazioni siano coprotagoniste di concreti, effettivi, misurabili processi di innovazione.
Sbaglia chi dà per scontato che i giovani italiani ormai vogliano e possano affidare il proprio futuro solo a traiettorie individuali, nella splendida solitudine del proprio talento e delle proprie aspirazioni. L’auspicio è che, nel prossimo decreto in via di definizione, il Governo dia seguito agli impegni presi con lo stanziamento di 100 milioni aggiuntivi per l’anno 2020 e di 200 milioni per gli anni 2021 e 2022, necessari per l’avvio di un contingente annuo di almeno 50mila giovani così come auspicato dal ministro Spadafora per formare migliaia di giovani alla cittadinanza attiva. Giovani cittadini preparati e partecipi protagonisti del loro presente e del futuro di tutti noi.
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Il Recovery Fund scommetta sui giovani. L’intervento della Presidente del CNG Maria Cristina Pisani

L’accordo raggiunto dal Consiglio europeo sul Recovery Fund segna un passaggio storico: per la prima volta importanti risorse verranno assegnate agli Stati membri ricorrendo al debito comune. L’Italia avrà a disposizione 209 miliardi per ripartire ed è indispensabile che siano le nuove generazioni il vero motore della ripresa attraverso un piano nazionale per i giovani che renda centrali le loro istanze nel processo di rilancio del Paese. È quello a cui stiamo lavorando, già da alcune settimane, per presentare al governo una proposta di interventi coordinati per contribuire a comporre un disegno organico unico a supporto delle giovani generazioni.
Il rischio è che in assenza di riforme strutturali aumenti l’immobilismo sociale, innescando un circolo vizioso in cui la mancanza di opportunità rallenta lo sviluppo cancellando ogni prospettiva futura. Per questo, è importante che una larga parte di queste risorse vengano utilizzate per avviare nuove riforme strutturali e maggiori investimenti in infrastrutture materiali e immateriali, in formazione, digitalizzazione, per garantire la ripresa occupazionale di milioni di donne e giovani chiamati a pagare il conto di un debito pubblico che aumenterà oltre il 150% nel 2021.
È indispensabile anche per questo aprire una nuova fase che persegua gli obiettivi strategici stabiliti dall’Unione europea in materia di gioventù, assumendo due criteri fondamentali: quello di una maggiore sussidiarietà circolare nelle azioni e nella conseguente gestione delle risorse, valorizzando il ruolo centrale dei singoli territori nella promozione e nello sviluppo delle politiche giovanili, secondo il principio bottom-up e quello della trasversalità delle stesse seguendo una logica che integri obiettivi, competenze, ambiti di azione, risorse, attori e protagonisti in una cornice strutturata di interventi.
Da anni accade invece che siano eventi drammatici, come l’attuale crisi, ad accendere brevemente i riflettori sulle giovani generazioni, generando tuttavia proposte settoriali che rischiano di mancare dell’organicità necessaria alla soluzione di problemi complessi. Dovremmo accantonare, per questo, l’idea che singoli incentivi o scoordinati sussidi producano effetti sulla ripresa socio-economica del Paese. La crisi attuale, infatti, insegna che le scelte politiche dovranno d’ora in poi tornare ad essere lungimiranti, a progettare il futuro piuttosto che a subirne l’impatto attraverso vere e proprie politiche economiche che indirizzino i capitali a disposizione verso pochi ma forti progetti qualificanti per liberare nuove energie contrastando le rendite esistenti, attraverso un patto fra formazione e lavoro, aumentando gli investimenti per formare manodopera qualificata e per sostenere l’alta formazione universitaria, potenziando l’apprendistato, rivoluzionando i tirocini professionali perché diventino parte di un percorso universitario, riducendo i tempi d’ingresso nel mondo delle professioni.
Le politiche di sviluppo necessitano di strategie precise, di investimenti mirati, supporto dei soggetti interessati per riprogrammare, con ordine, il futuro. Per questo, un piano coordinato di investimenti per i giovani è l’occasione per dimostrare a ognuno di noi di non aver fallito, di non avere sperperato risorse e capitale umano e di aver lavorato nel più grande interesse dello Stato. E allora forse il nodo è proprio questo: come alimentare nei giovani la forza di perseguire la strada del sogno, il coraggio di non cedere alla rassegnazione perché c’è sempre uno spazio di movimento e trasformazione pronto a cambiare le cose. Bisogna avere la capacità di trovarlo, però, nascosto tra le angosce e i bisogni, e in questa ricerca nessuno può essere lasciato solo perché nessuna vita può e deve essere sprecata.
La scommessa che insieme siamo chiamati a vincere è quella di costruire le basi per lo sviluppo del nostro Paese che non può non passare dal coinvolgimento di chi dovrà governarlo e abitarlo. E proprio per garantire in modo stabile e continuativo forme e modalità di partecipazione e di rappresentanza dei più giovani, stiamo lavorando, per il prossimo autunno, a una nuova edizione degli Stati Generali delle Politiche Giovanili. Un primo passo per il riconoscimento istituzionale della questione nei mesi successivi e per la responsabilizzazione di una parte fondamentale del nostro Paese riguardo al proprio futuro.
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Ruolo dei Giovani nella società del presente e del futuro

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Intervista a Maria Cristina Pisani, Presidente Consiglio Nazionale dei Giovani
In un momento di grande crisi sociale, economica, morale e soprattutto in una fase difficile in cui si contano le vittime e i malesseri diffusi, causati da una pandemia che nessuno si aspettava, le eccellenze si mettono in mostra e impostano la rinascita del Paese. Questo è il segnale che sta inviando il Consiglio Nazionale Giovani (CNG) rendendo i giovani protagonisti della politica e non solo più spettatori, con l’intervista alla Dottoressa Maria Cristina Pisani, Presidente del CNG parleremo proprio del ruolo delle nuove generazioni nella società del presente e del futuro.

La Presidente del CNG Pisani: Siglato accordo con Fondazione Bruno Visentini contro divario generazionale

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“Siamo lieti di poter collaborare con la Fondazione Bruno Visentini ”, ha dichiarato la Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani Maria Cristina Pisani. “Anche alla luce dei recenti dati sul numero sempre crescente di Neet, è necessario affrontare il fenomeno dell’occupazione giovanile attraverso studi di settore per delineare proposte e interventi organici. Soltanto sporadicamente vengono effettuate specifiche ricerche sulle problematiche giovanili capaci di intercettare tendenze ed esigenze che dovrebbero mettere in condizione il legislatore di potere individuare strategie di lungo periodo. Più spesso accade che siano eventi drammatici, come l’attuale crisi, ad accendere brevemente i riflettori sulle giovani generazioni, producendo tuttavia proposte settoriali che rischiano di mancare dell’organicità necessaria alla soluzione di problemi complessi. Per questo, l’accordo di collaborazione con la Fondazione Bruno Visentini, curatrice del Rapporto sul divario generazionale annualmente presentato alla Luiss Guido Carli di Roma è per noi uno strumento importante per esercitare puntualmente la nostra funzione consultiva su tutti i provvedimenti che il Governo metterà in campo, nei prossimi mesi, per i giovani italiani”. “La collaborazione con il Consiglio Nazionale dei Giovani – aggiunge il prof. Luciano Monti, condirettore scientifico del centro di ricerca – rappresenta per la Fondazione Bruno Visentini una grande opportunità di confronto sui nuovi strumenti di contrasto all’attuale divario generazionale e la via diretta di dialogo con la rappresentanza del mondo giovanile per troppo tempo rimasto inascoltato”.

La nuova crisi ancora in corso non farà che aggravare il nostro ascensore sociale

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Entro la fine del 2020 la disoccupazione nei Paesi Ocse raggiungerà livelli record a causa della crisi attuale e si attesterà al 9,4% nel quarto trimestre. Nel nostro Paese i dati ci dicono che la situazione è addirittura peggiore: a fine 2020 la disoccupazione dovrebbe raggiungere il 12,4%. A pagarne maggiormente le conseguenze saranno sempre, e in ogni caso, le giovani generazioni che rischiano di vedere peggiorare le proprie condizioni lavorative.
Una nota positiva in questi ultimi giorni, tuttavia, c’è: l’Italia porta a casa un successo straordinario con l’accordo raggiunto sul Recovery Fund. Ma per cambiare davvero volto al Paese è indispensabile che i 209 miliardi vengano immediatamente utilizzati per avviare nuove riforme e maggiori investimenti in infrastrutture materiali e immateriali, in formazione, digitalizzazione, per garantire la ripresa occupazionale di milioni di donne e giovani chiamati a pagare il conto di un debito pubblico che aumenterà oltre il 150% nel 2021, decine e decine di miliardi che proprio loro dovranno rimborsare e per scongiurare il rischio, molto concreto, che si accentuino, ancora, le disparità generazionali nel nostro Paese.

ISTAT, la Presidente del CNG Maria Cristina Pisani: “2mln di NEET, serve Piano straordinario per i giovani”

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Adnkronos
‘I dati Istat di oggi fotografano uno scenario agghiacciante. Non è retorica. Siamo i primi in Europa per giovani Neet con 2 milioni di ragazzi tra i 15 e i 19 anni non occupati né inseriti in un percorso formativo. Giovani in bilico tra paura e desiderio. Non solo: nonostante un miglioramento degli ultimi anni, il gap tra Italia e Ue è ancora molto alto per abbandono scolastico e percentuale di laureati. Il nostro continua a non essere un Paese per giovani”. E’ quanto dichiara Maria Cristina Pisani, Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani. ”Il 22,2% dei nostri ragazzi – ha aggiunto Pisani – non studia, non lavora e non è in cerca di occupazione. La media europea non va oltre il 12,5%. In tutti questi casi l’indipendenza non è una scelta. La casa dei genitori diviene così un inevitabile senso unico. Una condizione che la nuova crisi ancora in corso non farà che aggravare. Indicatori ufficiali alla mano ci dicono che un percorso di riscatto possibile c’è ma per crearlo occorre un cambio di atteggiamento verso le nuove generazioni, un’attenzione ai talenti, un investimento nelle loro competenze e un sostegno efficace all’intraprendenza. E’ necessario che il Governo tenga conto dell’impatto asimmetrico della crisi: le risorse ottenute dal Recovery Fund dovranno essere utilizzate anche per un piano nazionale per i giovani italiani, investendo nella loro formazione, incentivando nuova occupazione anche per le giovani donne che ancora oggi vivono in situazioni di emarginazione sociale soprattutto al Sud”. ”Non chiediamo scelte giovanilistiche o di assolvere a un obbligo morale nei confronti di una generazione. La scommessa che insieme siamo chiamati a vincere è quella di costruire le basi per lo sviluppo del nostro Paese che non può non passare dalle prospettive di chi dovrà governarlo e abitarlo”, ha concluso la Presidente Pisani.

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AGI
I dati Istat di oggi fotografano uno scenario agghiacciante. Non e’ retorica. Siamo i primi in Europa per giovani Neet con 2 milioni di ragazzi tra i 15 e i 19 anni non occupati ne’ inseriti in un percorso formativo. Giovani in bilico tra paura e desiderio”. E’ quanto dichiara Maria Cristina Pisani, presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani. E in una nota aggiunge: “Non solo. Nonostante un miglioramento degli ultimi anni, il gap tra Italia e Ue e’ ancora molto alto per abbandono scolastico e percentuale di laureati. Il nostro continua a non essere un Paese per giovani”. Per Pisani “e’ necessario che il Governo tenga conto dell’impatto asimmetrico della crisi: le risorse ottenute dal Recovery Fund dovranno essere utilizzate anche per un piano nazionale per i giovani italiani, investendo nella loro formazione, incentivando nuova occupazione anche per le giovani donne che ancora oggi vivono in situazioni di emarginazione sociale soprattutto al Sud”.

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LaPresse
I dati Istat di oggi fotografano uno scenario agghiacciante. Non è retorica. Siamo i primi in Europa per giovani Neet con 2 milioni di ragazzi tra i 15 e i 19 anni non occupati né inseriti in un percorso formativo. Giovani in bilico tra paura e desiderio. Non solo: nonostante un miglioramento degli ultimi anni, il gap tra Italia e Ue è ancora molto alto per abbandono scolastico e percentuale di laureati. Il nostro continua a non essere un Paese per giovani”. E’ quanto dichiara Maria Cristina Pisani, Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani.”Il 22,2% dei nostri ragazzi – ha aggiunto Pisani – non studia, non lavora e non è in cerca di occupazione. La media europea non va oltre il 12,5%. In tutti questi casi l’indipendenza non è una scelta. La casa dei genitori diviene così un inevitabile senso unico. Una condizione che la nuova crisi ancora in corso non farà che aggravare. Indicatori ufficiali alla mano ci dicono che un percorso di riscatto possibile c’è ma per crearlo occorre un cambio di atteggiamento verso le nuove generazioni, un’attenzione ai talenti, un investimento nelle loro competenze e un sostegno efficace all’intraprendenza. E’ necessario che il Governo tenga conto dell’impatto asimmetrico della crisi: le risorse ottenute dal Recovery Fund dovranno essere utilizzate anche per un piano nazionale per i giovani italiani, investendo nella loro formazione, incentivando nuova occupazione anche per le giovani donne che ancora oggi vivono in situazioni di emarginazione sociale soprattutto al Sud. Non chiediamo scelte giovanilistiche o di assolvere a un obbligo morale nei confronti di una generazione. La scommessa che insieme siamo chiamati a vincere è quella di costruire le basi per lo sviluppo del nostro Paese che non può non passare dalle prospettive di chi dovrà governarlo e abitarlo”, ha concluso la Presidente Pisani.
 

Consiglio Nazionale dei Giovani
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