Affaritaliani / Presidente Cng: “Caro affitti? Non diventi un talk show: dalla politica serve responsabilità”.

Intervista alla presidente del Consiglio nazionale giovani come portavoce delle richieste degli studenti. Per il futuro di tutti, anche dei giovani lavoratori

Caro affitti, continuano le proteste. Pisani (Consiglio Nazionale giovani): “L’Italia guardi ai modelli vincenti europei” 

Continuano le proteste studentesche per il caro affitti nelle principali città italiane. Una questione, quella dell’emergenza abitativa, che non è nuova, ma si ripropone ora che l’inflazione è schizzata alle stelle. Il dibattito sul diritto allo studio torna ad infuocare la cronaca e i comunicati di tutti gli stakeholders che portano avanti rimostranze e che chiedono a gran voce di essere ascoltati e di fare qualcosa, oggi, non tra qualche anno.

Perchè siamo uno dei Paesi europei in cui il diritto allo studio viene garantito meno dal punto di vista degli investimenti pubblici. Perchè abbiamo un tasso di laureati che è un fanalino di coda nelle classifiche Ue. Tuttavia, è importante ribadire che “il fenomeno non investe solo i giovani studenti, ma anche i giovani lavoratori” dichiara Maria Cristina Pisani, presidente del Consiglio nazionale dei giovani (Cng).

Il parere informato dei fatti, amplia ulteriormente i fattori su cui è bene porre il focus nel dialogo con la politica e le istituzioni. Non è un caso che l’Italia detenga il primato di maggior numero di Neet (giovani che non studiano e non lavorano ndr). L’intervista di Affaritaliani.

Cosa pensa delle proteste in corso per puntare i riflettori sul caro affitti, come si possono conciliare il diritto allo studio e il diritto alla casa?

Noi siamo un organo consultivo, dunque non facciamo parte del movimento ma rappresentiamo i giovani italiani e come tale, abbiamo avviato l’interlocuzione con i rappresentanti delle organizzazioni universitarie. Grazie a questo brain storming, stiamo formulando la proposta più inclusiva possibile da sottoporre al governo, grazie all’inermediazione del Ministro Abodi che si è rivelata da subito aperto e disponibile.

Quali sono i problemi da contrastare nelle opportune sedi istituzionali?

Partendo dal tema attualissimo della scarsità di alloggi per gli studenti, la questione più ampia è a monte e riguarda l’incremento del canone dei cntratti di locazione privati. A corredo di questo, è necessario intervenire sul Fondo integrativo statale per le borse di studio che, sebbene sia stato aumentato nell’ultima legge di bilancio, continua ad essere esiguo rispetto al numero dei beneficiari, o detta in parole povere, non consente di “coprire” tute le persone in possesso dei requisiti formali per accedervi. Il canone affitti a svantaggio dei conducenti però non è appannaggio esclusivo dei giovani studenti ma anche dei giovani lavoratori e ovviamente, dei disoccupati.

Caro affitti, la presidente del Consiglio nazionale giovani: “Solo il 12% degli under 35 italiani ha un salario annuale oltre i 24mila euro”

Secondo i vostri dati, qual è la situazione che vive mediamente un giovane lavoratore e come si può intervenire per “alleviarla”?

La ricerca che abbiamo condotto rileva che la maggiorparte – anzi la quasi totalità – dei giovani oggi ha un reddito molto basso o peggio, lavora in condizioni contrattuali precarie o al limite della legalità. Data l’esiguità “generalizzata”, la priorità sarebbe intervenire – ulteriormente, perché in parte il governo si è già speso in questa direzione – per ridurre il cuneo fiscale e aumentare la forbice. Consideriamo che tutt’ora quasi la metà degli stipendi – anche per chi guadagna poco – finisce in contributi costringendo i giovani a vivere con pochissimo.

E ad ingrossare le fila – secondo quanto emerso nell’ultimo report su Povertà ed esclusione sociale – dei “nuovi poveri”, persone che lavorano ma non riescono non solo a prendere il famoso “ascensore sociale” ma neanche a fronteggiare spese impreviste, per quanto piccole. L’Unione europea prevede una base che state percorrendo per avanzare nella tutela dei diritti di chi vive questa condizione di difficoltà?

Senz’altro. Intanto mi preme ricordare che l’agenda 2030 individua come ottavo Obiettivo proprio l’occupazione dei giovani, che calato nel nostro contesto nazionale, significa ridurre drasticamente la percentuale dei Neet con provvedimenti mirati nell’ambito delle politiche attive del lavoro senza però dimenticare le condizioni di chi un lavoro o un percorso di studi lo ha intrapreso, ma si confronta con oneri economici del genere. A tal proposito, il Patto per l’occupazione giovanile è una misura ampia, che include il cuneo fiscale ma anche la regolamentazione delle formule contrattuali, fin dai tirocini professionalizzanti e gli stage.

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